Agnon scelse di usare nelle sue
opere forme più moderne della lingua ebraica. La sua familiarità con la tradizione ebraica, insieme con l'influenza della
letteratura della fine del XIX e dell'inizio del XX secolo, diedero origine a un
complesso narrativo basato sull'inventiva che trattava delle maggiori preoccupazioni
spirituali contemporanee, la disintegrazione dei modi di vita tradizionali, la
perdita della fede e la conseguente perdita di identità. Ebreo ortodosso e
scrittore di grande intuizione e introspezione psicologica, Agnon espresse grande
affinità con i lati ombrosi e irrazionali della psiche umana e
un'identificazione con le intime incertezze dell'ebreo credente e non credente.
La realtà, così come viene dipinta da Agnon, emana un ambiente tragico,
talvolta grottesco, laddove la guerra e l'Olocausto hanno in essa una forte
influenza e il mondo degli Ebrei pii vi si rivela con tutte le sue passioni e
tensioni.
Nel 1966 Agnon è stato co-vincitore (insieme a Nelly Sachs) del Premio
Nobel per la Letteratura. Gli scrittori nati in Israele che hanno iniziato a
pubblicare negli anni '40 e '50, ai quali ci si riferisce spesso come “la
generazione della Guerra d'Indipendenza", hanno portato nelle loro opere
una mentalità e un retroterra culturale diverso da quello dei propri
predecessori, anzitutto perché l'ebraico era la loro lingua madre e poi perché
la loro esperienza di vita era interamente radicata nella Terra d'Israele.
Autori come S. Yizhar, Moshè Shamir, Hanoch Bartov, Chaim Guri e Benyamin
Tammuz vacillavano drammaticamente fra individualismo da una parte e dedizione
alla società e allo Stato dall'altra, e hanno presentato un modello di realismo
sociale, spesso in modo eroico, producendo un miscuglio di influenze locali ed
internazionali. All'inizio degli anni '60, un gruppo di giovani e influenti scrittori,
fra i quali A.B. Yehoshua, Amos Oz, Yoram Kaniuk e Yaakov Shabtai, si sono dati
all'esplorazione di nuovi approcci nella scrittura in prosa in lingua ebraica, segnando
così un distacco dagli schemi ideologici e mettendo a fuoco il mondo dell'individuo.
Nei due decenni successivi la prosa contemporanea ha offerto soprattutto una
sperimentazione con forme narrative e vari stili narrativi, fra cui il realismo
psicologico, l'allegoria e il simbolismo, la speculazione e lo scetticismo
rispetto alle convenzioni politiche e sociali di Israele. Gli anni '80 e '90
sono stati testimoni di un'esplosione di intensa attività letteraria in cui il
numero di libri pubblicati è aumentato in modo drammatico. Nello stesso tempo
parecchi scrittori israeliani, i più noti dei quali sono Oz, Yehoshua, Kaniuk, Aharon
Appelfeld, David Shahar, David Grossman e Meir Shalev, hanno conseguito
riconoscimenti internazionali. La prosa di questo periodo, scritta da tre generazioni
di autori contemporanei fra loro, è caratterizzata da una fiducia nella
letteratura quale strumento in grado di permettere ai lettori di comprendere sé
stessi come individui e come parte del proprio ambiente circostante. Molti di
questi scrittori si misurano anche con i dilemmi politici e morali della vita
contemporanea in Israele, in particolare Oz, Grossman e Shalev.
Nuovi sforzi,
tesi ad affrontare la tragedia dell'Olocausto europeo, hanno portato alla
formulazione di nuovi modi espressivi usati per trattare questioni fondamentali
che possono essere discusse solo all'interno della prospettiva di tempo e di
luogo, integrando distanza e coinvolgimento (Appelfeld, Grossman, Yehoshua
Kenaz, Alexander e Yonat Sened, Nava Semel ed altri). Il libro di Grossman
"Vedi alla voce amore", che lo affronta, in parte, dalla prospettiva
di un bambino – Momik - che vede svelarsi le conseguenze della Shoah nella sua
famiglia di immigrati, ne è forse l'esempio più conosciuto. Sono stati
introdotti anche temi mai sperimentati in precedenza, fra cui l'ambiente del
villaggio arabo (Anton Shammas, uno scrittore arabo-cristiano, e Syed Kashua, giornalista
e scrittore arabo-israeliano), il mondo degli Ebrei ultraortodossi che si tiene
volutamente separato dalla società moderna (Yossl Birstein), il modo in cui si
viveva nelle corti hassidiche di Gerusalemme (Haim Be'er) e i tentativi di confrontarsi
con l'esistenza di un non-credente in un periodo in cui le ideologie laiche stanno
crollando e il fondamentalismo religioso sta acquistando forza (Yitzchak
Auerbach-Orpaz). Un altro tema importante, cui alcuni autori israeliani, essi
stessi appartenenti a un retroterra culturale sefardita, si stanno rivolgendo,
è il posto nella società israeliana dei neo-immigrati cacciati dai paesi arabi
d'origine (Sami Michael, Albert Suissa, Dan Benaya-Seri).
Altri esplorano temi
universali come la democrazia e la giustizia nel contesto di una società soggetta
a costanti sfide, nella maggior parte degli ambiti della propria vita nazionale
(Yitzchak Ben-Ner, Kaniuk, Grossman, Oz). Sono emerse anche un certo numero di
importanti autrici che non trattano solo temi generali, ma che si confrontano anche
con il mondo delle donne, coscienti del loro posto nella tradizione ebraica e
del loro ruolo nell'impresa sionista (Amalia Kahana-Carmon, Chana Bat Shachar,
Shulamit Hareven, Shulamit Lapid, Ruth Almog, Savion Leibrecht, Batya Gur).
Shulamit Lapid e Batya Gur si sono avventurate anche nel genere del romanzo
poliziesco, ricevendo grandi consensi della critica sia in Israele che nelle
loro traduzioni all'estero.
Recentemente è emersa una generazione di autori più
giovani che rifiuta in grande misura la centralità dell'esperienza israeliana e
riflette una tendenza più universalistica, di natura spesso alienata, surreale
e idiosincratica. Alcuni di questi scrittori (Yehudit Katzir, Etgar Keret, Orly
Castel-Blum, Gadi Taub, Irit Linor, Mira Magen) godono di un seguito che ne fa
quasi oggetto di culto ed i loro nuovi libri hanno un posto assicurato in cima
alle liste dei best-seller sia in Israele, quanto – in alcuni casi –
all'estero.
Negli ultimi anni, Keret è stato uno degli autori favoriti tra i lettori
europei, e diverse delle sue raccolte di racconti brevi, tra cui "Mi manca
Kissinger", hanno vinto importanti premi letterari. In aggiunta al
prolifico complesso della letteratura in lingua ebraica, viene pubblicato un
rispettabile numero di produzioni, sia in prosa sia in poesia, anche in altre lingue,
fra cui arabo, inglese e francese. Dopo la recente immigrazione di oltre un
milione di Ebrei dall'ex-Unione Sovietica, Israele è divenuta il più grande
centro di produzione letteraria in lingua russa al di fuori della Russia
stessa.
Negli ultimissimi anni, alcuni editori israeliani sono entrati in modo
massiccio nel campo delle pubblicazioni elettroniche. I programmi israeliani,
che coprono un'ampia gamma di argomenti, vengono oggi commercializzati in tutto
il mondo.
Letteratura per l'infanzia
La letteratura per l'infanzia, che comprende sia testi originali e sia
traduzioni di classici da molte lingue, integra un'ampia varietà di argomenti e
stili narrativi, rispecchiando una tendenza mondiale in cui la scrittura per
l'infanzia si indirizza verso un approccio alla lingua e un contenuto intellettuale
più diretto e sofisticato. Nel corso degli anni è stata pubblicata una sempre
più consistente produzione letteraria destinata a bambini di diverse età. Si
distingue per una grafica molto curata, per sensibilità psicologica, e per un
uso espressivo e pittoresco del linguaggio che consentono al giovane lettore di
identificarsi in modo dinamico con la sostanza del testo. Motivare l'aperto
approfondimento e incoraggiare l'autonomia di pensiero sono diventati gli
elementi base della scrittura contemporanea per bambini. Poichè i temi di rilievo
sociale e nazionale sono ancora importanti, vengono trattati con grande apertura
e franchezza. Alcuni dei libri scritti più recentemente, puntano a negare gli
stereotipi presenti nella diversificata società che è tipica del paese e
affrontano la questione dell'immigrazione degli Ebrei da molte parti del mondo;
altri sono opere a sfondo storico o biografie che si concentrano sullo sviluppo
del paese nell'ultimo secolo, a partire dal rinnovamento della vita ebraica in
Terra di Israele.
Fin dalla fine degli anni '60, la letteratura per l'infanzia ha
diffusamente ritratto il mondo degli stessi bambini, misurandosi con i temi
della morte, del divorzio, delle famiglie con un solo genitore, dell'handicap,
dell'adolescenza e della lotta per conquistarsi un posto nella famiglia e nella
società. Allo stesso tempo è stato scritto un gran numero di libri di fantasia
e di storie per bambini, offrendo ai giovani lettori opere di puro divertimento
e di evasione. Israele è un caso particolare anche nel numero di premi attribuiti
ad autori che hanno scritto sia libri destinati ai bambini che ad un pubblico adulto.
Tra questi vi sono David Grossman (Ci sono bambini a zig zag; Itamar passeggia sulle
pareti), ed Edgar Keret (Papà è scappato col circo). Molti di queste opere
hanno messo in discussione la linea di separazione tra il romanzo per adulti e
la letteratura per l'infanzia. Sono molti i libri israeliani per l'infanzia in fase
di pubblicazione nel mondo, tradotti in un'ampia varietà di lingue.
Poesia
Scritta senza interruzione dai tempi biblici fino ad oggi, la poesia
ebraica contiene al suo interno influenze esterne e tradizioni interne. La
poesia del passato, che incorpora temi religiosi e nazionali, contiene anche
motivi di esperienza personale che sono predominanti nella poesia di oggi. Un
distacco dall'espressione poetica tradizionale si sviluppò innanzitutto durante
l'Illuminismo ebraico in Europa (1781-1881) - quando furono rivendicate una piena
cittadinanza per gli Ebrei e la laicizzazione della vita ebraica - e dal tardo XIX
secolo, quando il Sionismo, il movimento che invitava alla restaurazione di una
vita nazionale ebraica nella Terra d'Israele, iniziò ad acquistare impeto.
I
maggiori poeti a emergere da questo periodo, essi stessi immigrati in Palestina
nei primi anni del XX secolo, furono Chaim Nachman Bialik (1873-1934) e Saul
Tchernichovsky (1875-1943). Le opere di Bialik, che riflettono la sua dedizione
alla rinascita nazionale ebraica e al rifiuto della attuabilità di una vita
ebraica in Europa dell'est, includono tanto lunghi poemi epici che riassumono
capitoli della storia ebraica, quanto una poesia puramente lirica che tratta di
amore e natura. Bialik, al quale ci si riferisce spesso come "poeta
nazionale" o "il poeta del Rinascimento ebraico", ha forgiato un
nuovo linguaggio poetico, libero dalla schiacciante influenza biblica presente
nei suoi predecessori, mantenendo al contempo una struttura classica e una chiarezza
espressiva attraverso una formazione della frase ricca, colta e ciononostante
linguisticamente attuale. Le sue poesie vengono imparate a memoria da intere generazioni
di alunni israeliani. Tchernichovsky, che scrisse poesia lirica, opere epiche drammatiche,
ballate e allegorie, cercò di apportare un cambiamento al mondo ebraico
iniettandovi uno spirito di orgoglio e di dignità personale ma anche anche
un'elevata consapevolezza della natura e della bellezza. Il suo senso del
linguaggio, nel quale era presente un'affinità per l'ebraico rabbinico, era differente
dalla lingua di Bialik che integrava l'influenza biblica con il modo di parlare
quotidiano che solo in quel periodo stava emergendo. Sia Bialik che Tchernichovsky
rappresentano il passaggio dall'antica poesia ebraica al genere moderno.
La
successiva generazione di poeti, che produssero le loro opere negli anni che
precedettero la fondazione dello Stato e nei suoi primi anni, fu guidata da
Avraham Shlonsky, Natan Alterman, Lea Goldberg e Uri Zvi Greenberg. Shlonsky
utilizzò, sia nelle sue opere poetiche che nelle sue moltissime traduzioni di classici
- soprattutto dal russo - una grande abbondanza di immagini accompagnate da
invenzioni linguistiche. Le opere di Alterman, molte delle quali sono note per
i loro commenti politici, hanno accompagnato ogni fase dello sviluppo della comunità
ebraica e sono caratterizzate da ricchezza di linguaggio e da una varietà di
forme poetiche, di tono e di rime, di immaginazione e metafora. Lea Goldberg ampliò
lo spettro delle possibilità offerte dal lirismo in poesie che parlano della città,
della natura e dell'essere umano alla ricerca di amore, di contatto e di attenzione.
Greenberg, il quale scrisse una poesia di disperazione e rabbia facendo uso di
intensa immaginazione e di forza stilistica, trattò principalmente di temi
nazionalistici e dell'impatto dell'Olocausto. Questo gruppo di poeti fu il
primo a introdurre nella poesia ebraica i ritmi del parlare quotidiano. Fecero
rivivere vecchie parole e ne coniarono di nuove, dando a questa antica lingua
nuova ricchezza e flessibilità.
La poesia di questo periodo, fortemente
influenzata tanto dal futurismo e dal simbolismo russi, quanto dall'espressionismo
tedesco, tendeva alla struttura classica e alla melodia di una rima regolare.
Rifletteva immagini e paesaggi dei paesi di nascita dei poeti e fresche
immagini del loro nuovo paese espresse in modo eroico, così come memorie del
"là" e il desiderio di affondare le radici "qui", esprimendo,
come scrisse Lea Goldberg, "il dolore di due patrie". Molte di queste
poesie sono state musicate e sono in seguito divenute parte integrale della
tradizione nazionale del paese. La prima grande poetessa in lingua ebraica fu
Rachel Bluwstein (1890-1931), nota più semplicemente come "Rachel".
La sua opera istituì da una parte la base normativa della poesia femminile
ebraica, dall'altra le aspettative del pubblico nei confronti della stessa. Il
suo stile lirico, breve, emozionale, senza pretese intellettuali, personale, ha
prevalso, come è possibile vedere nella maggior parte delle opere dei suoi
contemporanei e di poetesse posteriori, come Dalia Ravikovitch e Maya Bejerano.
Quando si aprono gli occhi
Neve sulle montagne sui luoghi Alti e su Gerusalemme. Scendi, oh
Gerusalemme e riportami mio figlio. Vieni, oh Betlemme e riportami mio figlio.
Venite, alte montagne venite venti venite inondazioni nei porti e riportatemi
mio figlio. E anche voi, giunco incurvato, gambo sottile nel ruscello, secchi
cespugli del deserto, riportatemi mio figlio come l'anima torna al corpo quando
si aprono gli occhi.
Dalia Ravikovitch
Verso la metà degli anni '50, emerse un nuovo gruppo di giovani poeti per i
quali l'ebraico era la lingua madre, guidati da Yehuda Amichai, Natan Zach, Dan
Pagis, T. Carmi e David Avidan. Questo gruppo, che tendeva all'attenuazione e a
un generale ritiro dalle esperienze di gruppo, a una libera osservazione della
realtà e a uno stile colloquiale, spostò la maggior parte delle influenze poetiche
da Pushkin e Schiller verso i moderni poeti inglesi e americani. I lavori di
Amichai, che sono stati ampiamente tradotti, sono caratterizzati dal suo uso
del linguaggio quotidiano, di ironia e di metafore metafisiche. Divennero il
marchio di una gran parte della poesia scritta dai suoi contemporanei più
giovani, che proclamarono la fine della poesia ideologica e ruppero del tutto
con la tradizione di Alterman e Shlonsky, basata sull'uso di strutture
classiche e di rime regolari. L'opera di Zach estrapola dall'ebraico parlato
quotidianamente, qualità innovatrici quasi liturgiche e musicali. Il campo
della poesia ebraica oggi è una polifonia che comprende diverse generazioni,
collocando scrittori ventenni accanto a poeti a metà della loro vita.
Rappresentativi di quest'ultimo gruppo sono Meir Wiselthier, la cui dizione
prosaica, gergale e diretta, ripudia qualunque romanticismo ed eleva l'immagine
di Tel Aviv a simbolo della realtà; Yair Horowitz, i cui versi contenuti esprimono
la gentile tristezza di chi è consapevole della propria mortalità e Yona Wallach,
che si presenta con toni colloquiali e sarcastici, usando motivi archetipi e
religiosi, un simbolismo freudiano, talvolta sensualità brutali, ripetizioni
ritmiche e lunghe catene di associazioni. Altri importanti poeti contemporanei
sono Asher Reich, Arieh Sivan, Ronny Somak e Moshe Dor. La poesia delle generazioni
più recenti è dominata da individualismo e perplessità, e tende a una
composizione breve, scritta in lingua colloquiale, non rimata e dal ritmo libero.
Esempi di questo tipo di espressione si trovano nei lavori della poetessa Agi
Mishol, nata in Transilvania. La poesia in Israele ha un ampio e fedele
pubblico di lettori e alcuni dei volumi di poesie di tutti i periodi sono venduti
in edizioni ampie quanto quelle pubblicate in paesi occidentali la cui
popolazione è di gran lunga maggiore.