Le ricerche archeologiche nella Terra d'Israele iniziarono a metà del XIX
secolo, quando studiosi biblisti presero in esame l'area, alla ricerca di resti
dei luoghi nominati nella Bibbia. Verso la fine del XIX secolo, ma soprattuttodall'inizio
del XX, vennero compiuti scavi in molti tumuli (in ebraico tel - tumuli o terrapieni
formati da detriti e resti di antichi insediamenti – n.d.t.), gettando così le fondamenta
per la ricerca archeologica scientifica. L'attività archeologica si ampliò
durante il periodo del Mandato Britannico (1917-1948) e dalla fondazione dello Stato
d'Israele ha avuto una notevole espansione.
L'esperienza acquisita durante gli
scavi ha dato forma ai metodi di ricerca stratigrafica, accompagnata dallo studio
meticoloso dell'evoluzione (tipologia) delle forme di vasellame e di altri
manufatti, in base ai quali gli strati e i resti archeologici possono essere
datati. Negli ultimi anni la ricerca archeologica è stata estesa fino a
includere aspetti meno noti delle antiche culture materiali, quali l'alimentazione,
le malattie, l'economia e il commercio. Questi traguardi della ricerca
archeologica moderna vengono applicati nelle decine di siti che vengono scavati
ogni anno. L'archeologia in Israele implica l'indagine sistematica di tutti i
resti del passato del Paese, dalla preistoria alla fine del dominio Ottomano.
L'abbondanza di resti materiali è prova delle molte culture che hanno lasciato
la propria impronta su questa terra. L'unicità delle caratteristiche geografiche
ha influenzato le culture più antiche: decine di migliaia di anni fa il Paese
serviva da ponte naturale, attraverso il quale gruppi di cacciatori passarono
dall'Africa all'Europa. I loro accampamenti e le loro dimore sono stati ritrovati
lungo la Valle del Giordano e nelle caverne della catena montuosa del Carmelo e
nella Galilea. Nel periodo biblico il Paese fu il ponte tra le floride culture della
Fertile Mezzaluna: la Mesopotamia (l'odierno Iraq) e l'Egitto. Sin dalla sua
occupazione ad opera di Alessandro il Grande, il Paese ha assolto la funzione
di legame geografico e culturale tra Oriente ed Occidente.
La ricerca
archeologica in Israele attribuisce molta importanza al fatto che il paese è la
culla del patrimonio spirituale delle tre religioni monoteistiche. Ma
soprattutto sta chiaramente rivelando lo storico legame tra il popolo ebraico,
la Bibbia e la Terra d'Israele, mettendo alla luce i resti del patrimonio
culturale del popolo ebraico nella sua madrepatria. Queste visibili vestigia,
sotterrate nel suolo, costituiscono il legame fisico e tangibile tra passato,
presente e futuro del popolo ebraico nel proprio paese. Questa ininterrotta
catena storica può essere osservata in siti su tutto il territorio: nelle città
bibliche di Hazor, Meghiddo, Ghezer, Shomron (Samaria), Beer Sheva (Bersabea) e
Dan; nelle città del periodo del Secondo Tempio – Tiberiade, Tsippori
(Sepphoris), Gamla – e nelle fortezze di Masada e di Herodion, dove gli Ebrei
lottarono per la libertà; nel Deserto della Giudea, nei pressi del Mar Morto,
dove furono scoperti i resti del centro spirituale degli Esseni e i cosiddetti
Rotoli del Mar Morto, che comprendono le più antiche copie di alcuni dei libri
della Bibbia. Dello stesso periodo sono stati scoperti altri siti legati alla
vita di Gesù, come Cafarnao e Tabga, dove esistono anche dei resti di chiese di
epoca bizantina. Sono stati scoperti i siti delle grandi città romane e
bizantine di Cesarea, Bet She'an e Banias, come anche le città del Neghev di
Avdat, Halutza e Mamshit, che prosperavano in quell'epoca.
Del periodo musulmano
esistono i resti della antica città di Ramle e il palazzo di Khirbet al- Mafjar
(Palazzo di Hisham) a Gerico. Fra le vestigia del periodo crociato vi sono alcune
fortezze e cittadine come Acri (Akko), Cesarea, Belvoir e Qal'at Nimrod. Su
Gerusalemme, capitale d'Israele, si è focalizzata un'estesa attività
archeologica e sono stati scoperti i resti di 5.000 anni di storia: nella Città
di Davide, le mura della città cananea e le rovine di strutture della capitale
del Regno Unito di Israele, compresi sofisticati sistemi idrici sotterranei; del
periodo del Secondo Tempio, i resti di edifici pubblici lungo le mura di
sostegno del Monte del Tempio che esistono ancora ai nostri giorni, i resti
delle splendide residenze della Città Alta, nell'odierno quartiere ebraico
della Città Vecchia, le cui rovine rimasero in situ dopo la distruzione di Gerusalemme
a opera dei romani nel 70 dell'E.V., e centinaia di tombe scavate nella roccia,
alcune abbondantemente decorate, che testimoniano la prosperità della città che
venne distrutta; molte chiese ed edifici religiosi di epoca bizantina, il più
famoso dei quali è la Chiesa del Santo Sepolcro; del periodo del dominio
musulmano, le moschee sul Monte del Tempio e un centro governativo, i cui resti
sono stati oggetto di scavi a Sud del Monte del Tempio; dell'epoca crociata,
mura di recinzione, chiese e mercati coperti; dei periodi mamelucco e ottomano
minareti, che adornano l'orizzonte della Città Vecchia.
Le mura della Città
Vecchia e la cittadella nei pressi della Porta di Giaffa furono costruite
durante il regno del sultano ottomano Solimano il Magnifico (1520-1566). Esistono
circa 20.000 siti archeologici riconosciuti in Israele e tutti sono protetti
per legge. Ogni anno vengono effettuati scavi in dozzine di siti di ogni
periodo storico e in ogni parte del paese. I permessi per gli scavi sono assegnati
alle spedizioni israeliane e straniere dall'Autorità Israeliana per le
Antichità, alla quale è affidata la tutela e la preservazione dei siti
archeologici e delle antichità del Paese. La legge sulle Antichità d'Israele
prevede che ogni sito destinato a scopi edilizi venga prima esaminato per
trovarvi eventuali resti archeologici e che, se ritenuto necessario, vengano
effettuati degli scavi di salvataggio. Lo Stato ha anche il diritto di
preservare ritrovamenti di pubblico interesse; alcuni dei più importanti di
essi sono esposti all'Israel Museum di Gerusalemme. Il Museo ospita anche il
"Santuario del Libro", dove sono conservati i Rotoli del Mar Morto,
parte dei quali sono esposti al pubblico. Molti sforzi e molte risorse,
inoltre, vengono investiti per la preservazione e il restauro di antichi siti,
e decine di essi, appartenenti a tutti i periodi storici, sono stati aperti al
pubblico.