Alla vigilia di Rosh Hashana (capo d’anno) 5775, l'Ufficio Centrale di Statistica israeliano pubblica i dati di riepilogo relativi all'anno uscente. La popolazione di Israele ammonta a 8.904.373 persone. Alla sua fondazione, nel 1948, lo Stato d’Israele aveva una popolazione di 806.000 abitanti. Da allora la popolazione complessiva si è decuplicata, e quella ebraica è cresciuta di circa nove volte.
La popolazione ebraica ammonta a circa 6.104.000. La popolazione araba ammonta a circa 1.683.000. Nella categoria “altri” – cristiani non-arabi, fedeli di altre religioni e non affiliati (secondo la definizione del Ministero degli Interni) – sono inclusi circa 347.000 residenti.
Nell’anno trascorso sono nati 176.230 bambini: 90.646 maschi e 85.584 femmine. Nell’arco del 5774 sono stati registrati in Israele 140.591 matrimoni: di cui 75.848 celebrati durante l’anno, e i restanti precedentemente contratti e registrati solo quest’anno.
Nell’arco del 5774 Israele ha assorbito 24.801 nuovi immigrati (olìm) e residenti di ritorno.
Rosh Hashanà segna l'inizio del nuovo anno ebraico. La sua origine è Biblica (Lev 23,23-25): "Un'occasione sacra commemorata con forti squilli [dello shofar, il corno di montone]". Il termine Rosh Hashanà, "inizio dell'anno", è rabbinico, come lo sono gli straordinari temi della festività: pentimento, preparazione per il giorno del giudizio Divino e preghiera per un anno fruttuoso. I due giorni di festa cadono l'1 e il 2 di Tishrì del calendario ebraico, di solito Settembre in quello Gregoriano, proprio come quest’anno, e cominciano al tramonto della sera precedente, come tutte le altre date di osservanza ebraica. Quest’anno (2014) il 1° di Tishrì cade giovedì 25 settembre. I principali costumi di Rosh Hashanà includono il suono dello shofar nel mezzo di una lunga funzione religiosa che si incentra sui temi della festività, ed elaborati pasti in casa per accogliere il nuovo anno. Alla preghiera liturgica si aggiungono preghiere di pentimento. Si dice anche l'Hallel, un insieme di benedizioni e salmi recitati al principio di ogni nuovo mese, nel corso delle tre festività di pellegrinaggio e in occasioni che ricordano la salvezza del popolo. Per molti aspetti, Israele inizia il suo anno con Rosh Hashanà. La corrispondenza del Governo, i giornali e la maggior parte delle trasmissioni radio, tanto per portare solo tre esempi, tengono conto in primo luogo della "data ebraica". Gli auguri per il nuovo anno sono generalmente trasmessi prima di Rosh Hashanà e non a fine Dicembre.
Yom Kippur, otto giorni dopo la fine di Rosh Hashanà, è il giorno di espiazione, del Giudizio Divino, e di "auto rinnegazione" (Lev 23-27) in modo tale che l'individuo possa essere purificato dai peccati. Unico giorno di digiuno ordinato nella Bibbia, Kippur rappresenta il momento per far conto delle proprie cattive azioni e per meditare sui propri errori. Ci si aspetta dall'Ebreo che, in questo giorno, preghi per ricevere il perdono per i peccati tra l'uomo e Dio e che corregga le sue azioni ingiuste derivate dai peccati tra l'uomo e il suo prossimo. I precetti principali di Y o m Kippur - lunghi servizi religiosi e un digiuno di 25 ore - vengono osservati anche da molti che in genere sono laici. n livello di solennità pubblica dello Yom Kippur supera quello di ogni altra festività, compreso Rosh Hashanà. Il paese, in questa giornata, si arresta completamente per 25 ore; i luoghi d'intrattenimento sono chiusi; non ci sono trasmissioni televisive e radiofoniche - neppure i notiziari; i trasporti pubblici sono sospesi e perfino le strade sono completamente chiuse. Tutto ciò in Israele è rafforzato dal ricordo della guerra del 1973, un attacco a sorpresa sferrato di Yom Kippur da parte di Egitto e Siria contro Israele.