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Protesta israeliana all’Onu per arsenale Hezbollah

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    Dan Prosor Dan Prosor
     
     
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  • Lettera ufficiale del rappresentante permanente d'Israele all'Onu Dan Prosor

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    ​La mattina del 17 dicembre s’è udita una forte esplosione nella città di Tair Harfa nel sud del Libano. La città si trova nel distretto di Tiro, a nord est di Naqura, a 2,5 km dal confine israeliano. I mezzi d’informazione libanesi non hanno riportato la presenza di feriti, come confermato anche dal sindaco di Tair Harfa. Tre case sono state leggermente danneggiate dall'esplosione.

     
    L'esplosione è avvenuta in un deposito di munizioni appartenente a Hezbollah. L'edificio in cui erano conservate le munizioni si trova alla periferia della città, nei pressi di abitazioni residenziali. A 300 metri circa dal deposito delle munizioni c’è anche una scuola.
     
    Subito dopo l'esplosione decine di uomini di Hezbollah hanno isolato l'area e ha proceduto a cancellare ogni traccia dell'incidente, ad abbattere il deposito e a rimuovere ciò che era rimasto delle armi e degli esplosivi presenti nel deposito. Sono giunti in zona anche i militari della forza interazionale UNIFIL, ma l'accesso al sito stesso del esplosione era stato bloccato da Hezbollah. L'accesso al sito è stato negato anche ai soldati dell'esercito libanese.
     
    Questa è la quarta esplosione verificatasi negli ultimi anni in depositi di munizioni di Hezbollah nel Libano meridionale:
    • 14 luglio 2009 - Esplosione in un deposito di munizioni nei pressi di Khirbat Slim;
    • 12 ottobre 2009 - Esplosione in un deposito di munizioni in Tayr Falsay;

    • 3 settembre 2010 - Esplosione in un deposito di munizioni in un quartiere di Shehabiyya, Kafr Dunin, a est di Tiro. Le munizioni erano conservate a poche centinaia di metri da una moschea, in una villa a tre piani appartenente a un agente Hezbollah.

     

    Questi incidenti hanno avuto luogo in zone sotto la responsabilità dell’ UNIFIL e costituiscono una chiara violazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1701, che prevede il disarmo di Hezbollah e vieta il deposito di armi vicino al confine con Israele.

     
    La rete militare di Hezbollah nel sud del Libano comprende sia depositi di munizioni sia avamposti militari. La maggior parte delle infrastrutture militari è situata in zone popolate, in decine di villaggi sciiti del sud (come al-Khayyam).
     
    Armi, missili ed esplosivi sono stoccati nei pressi di abitazioni e altri edifici civili, come scuole e moschee. Hezbollah mette in pericolo la vita di civili libanesi innocenti, al fine di nascondere la sua attività militare nel sud del Libano, in aperta violazione della risoluzione ONU 1701.
     
    Il 20 dicembre scorso, il rappresentante permanente di Israele presso le Nazioni Unite, l'ambasciatore Ron Prosor, ha inviato una lettera ufficiale al Segretario Generale delle Nazioni Unite e al Presidente del Consiglio di Sicurezza, chiedendo l'applicazione della risoluzione 1701.
     
    Il monito dell’Ambasciatore Prosor è che "la mancata applicazione dell'embargo sulle armi in Libano mina il tessuto basilare della sicurezza e della stabilità nella nostra regione. Si potrebbero avere conseguenze catastrofiche”. Prosor ha anche menzionato la possibilità molto concreta che “le ampie scorte di armi chimiche di Assad possano presto cadere nelle mani di Hezbollah. La comunità internazionale non può più permettersi il lusso di ignorare questa realtà”, ha scritto l'ambasciatore.
     
    L’Ambasciatore Prosor ha invitato il Consiglio di Sicurezza e la comunità internazionale a inviare un chiaro segnale per affermare che il riarmo di Hezbollah non può essere tollerato. Prosor ha suggerito che “un primo passo logico sarebbe quello di garantire che Hezbollah sia incluso nei relativi elenchi d’osservazione del terrorismo in tutti gli angoli del pianeta, anche nell'Unione Europea”.