elezioni_2013

Elezioni politiche generali in Israele

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    ELEZIONI IN ISRAELE - GENNAIO 2013
     
    Martedì 22 gennaio si sono svolte in Israele le elezioni nazionali per la 19a Knesset.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    La Commissione Elettorale Centrale ha pubblicato i risultati definitivi delle elezioni e le assegnazioni dei seggi della 19a Knesset:

    • Likud Beiteinu - 31 (23.32%)
    • Yesh Atid - 19 (14.32%)
    • Laburisti - 15 (11.39%)
    • Habayit Hayehudi - 12 (9.12%)
    • Shas - 11 (8.75%)
    • Giudaismo della Torah Unito - 7 (5.17%)
    • Hatnuah - 6 (4.99%)
    • Meretz - 6 (4.54%)
    • Lista Araba Unita - Ta'al - 4 (3.65%)
    • Hadash - 4 (2.99%)
    • Balad - 3 (2.56%)
    • Kadima - 2 (2.10%)

    Secondo i dati della Commissione Elettorale Centrale, il 67,79% degli israeliani ha esercitato il proprio diritto di voto. Dei circa 3.834.000 voti registrati, soltanto circa 40.000 sono stati considerati nulli. L’affluenza al voto è stata la più alta dal 1999.

    Quasi la metà dei seggi della 19a Knesset sarà occupata da deputati eletti per la prima volta, e le statistiche indicano che la prossima Knesset includerà probabilmente 26 donne, il più alto numero mai registrato in Israele.


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    Le elezioni israeliane riflettono la forte e consolidata tradizione democratica dello Stato d’Israele. La campagna elettorale è intensa e animata ed è accompagnata da vivaci dibattiti sulle varie questioni. Gli israeliani mostrano grande interesse per le questioni di politica, sia interna sia estera, e partecipano attivamente al processo elettorale. 
     

     

     

     

     

     

     

     
     
    Informazioni generali
     
    Israele è un sistema parlamentare. Il Primo Ministro, che guida il governo d’Israele, è scelto dopo le elezioni fra un membro della neoeletta Knesset, il parlamento israeliano. Le elezioni nazionali per la Knesset si tengono ogni quattro anni, a meno che le circostanze non portino a elezioni anticipate.
     
    Il contesto del sistema elettorale israeliano è definito dall’articolo 4 della Legge Fondamentale sulla Knesset, che dice: “La Knesset sarà eletta tramite elezioni generali, nazionali, dirette, eguali, segrete e proporzionali, in conformità alla Legge sulle Elezioni della Knesset”.

     • Generali: Ogni cittadino israeliano che il giorno delle elezioni abbia già compiuto 18 anni ha diritto a votare. Israeliani di ogni gruppo etnico e professione religiosa, inclusi gli arabo-israeliani, prendono parte attivamente al processo.

     • Nazionali: L’intero paese costituisce un singolo collegio elettorale.

     • Dirette: La Knesset, il parlamento israeliano, è eletta direttamente dai cittadini elettori, e non da delegati o “grandi elettori”. Nel giorno delle elezioni, gli elettori danno il proprio voto a un partito politico che li rappresenti alla Knesset.

     • Eguale: Tutti i voti sono uguali e di pari valore.

     • Segrete: Le elezioni avvengono tramite voto segreto.
     
    • Proporzionali: I 120 seggi della Knesset sono assegnati in proporzione alla percentuale ottenuta da ciascun partito sul totale nazionale dei voti. Tuttavia, la quota minima necessaria perché un partito possa ottenere un seggio è del 2% del totale dei voti.

      

    • Numero di aventi diritto di voto alle elezioni per la Knesset 2013: 5.656.705

     • Numero di sezioni elettorali in Israele: 10.128, di cui 190 in ospedali e 57 in strutture carcerarie.

     • Numero di sezioni elettorali presso missioni diplomatiche all’estero: 96

      

     

    Chi può essere eletto?
     
    Ogni cittadino, da 21 anni di età in su, può essere eletto alla Knesset, a meno che un tribunale non lo non lo abbia per legge privato di tale diritto, o non abbia ricevuto una sentenza, con giudizio definitivo, di detenzione effettiva per un termine di oltre tre mesi. Inoltre, a meno che il presidente del Comitato Elettorale Centrale non stabilisca che il crimine commesso non comporti elementi di immoralità, è necessario che trascorrano sette anni dal termine del periodo di detenzione fino al giorno in cui si possa esse riammessi alla lista dei candidati.
     
    Alte cariche pubbliche, come Capo dello Stato, Controllore di Stato, giudici, capi di stato maggiore militari e altri alti ufficiali dell’esercito, non possono candidarsi alle elezioni per la Knesset se non hanno rassegnato le proprie dimissioni dalla carica almeno 100 giorni prima delle elezioni. Inoltre, il Comitato Elettorale Centrale può per legge impedire a una lista di candidate di partecipare alle elezioni, qualora fra gli obiettivi o le azioni di questa, espressamente o implicitamente, figurino:
     
    • negazione dell’esistenza dello Stato d’Israele quale stato del popolo ebraico;
    • rifiuto del carattere democratico dello Stato
    • incitamento al razzismo.

     

     
    Si eleggono i partiti, non i singoli individui
     
    Le elezioni per la Knesset si basano sul voto per un partito piuttosto che per singoli individui, e i numerosi partiti politici che corrono alle elezioni per la Knesset riflettono un ampio raggio di vedute e opinioni.
     
    Numero e ordine dei membri di ciascun partito ammessi alla Knesset corrispondono alla lista dei candidati così come presentata alle elezioni. Per esempio, se un partito ottiene 10 seggi, i primi dieci candidati sulla lista entrano nella nuova Knesset.
     
    L’elezione diretta del Primo Ministro, istituita in Israele nel 1996, è stata abolita mediante l’emendamento della Legge Fondamentale sul Governo (2001), e l’incarico di formare un governo e di guidarlo da primo ministro è nuovamente assegnato dal Presidente (Capo dello Stato) al membro della Knesset che si ritiene abbia le migliori possibilità di formare una coalizione di governo attuabile, alla luce dei risultati elettorali.
     
    Soltanto partiti legalmente registrati al Registro dei Partiti, o schieramenti di due o più partiti registrati, possono presentare una lista di candidate e partecipare alle elezioni. Prima delle elezioni ciascun partito presenta il proprio programma elettorale e la lista dei suoi candidati alla Knesset, in ordine di precedenza. I partiti selezionano i loro candidati per la Knesset mediante elezioni primarie o altre procedure. Alle elezioni per la 19a Knesset partecipano 34 liste di partiti.

     

     
     
    Il processo elettorale
     
    Il Comitato Elettorale Centrale, presieduto da un giudice della Corte Suprema e comprendente rappresentanti dei partiti presenti in parlamento, ha la responsabilità di dirigere e supervisionare le elezioni.
     
    Dei comitati elettorali regionali soprintendono al funzionamento dei comitati elettorali locali, che comprendono rappresentanti di almeno tre partiti della Knesset uscente. Chiunque abbia già compiuto 16 anni è idoneo a prestare servizio nei comitati elettorali.
     
    In base alla Legge sul Finanziamento dei Partiti, a ciascuno schieramento politico viene assegnato uno stanziamento per la campagna elettorale, sulla base di una “unità di finanziamento” predefinita per seggio ottenuto alle elezioni precedenti, più una unità per seggio ottenuto alle nuove elezioni, diviso per due, più un’unità di finanziamento aggiuntiva. Eventuali nuovi schieramenti ricevono uno stanziamento simile retroattivamente, sulla base del numero dei seggi ottenuti alle elezioni.
     
    Nessuno schieramento politico può ricevere contributi, direttamente o indirettamente, da persone o loro dipendenti, in eccesso alla somma stabilita per legge e associate all’Indice dei Pressi al Consumo. Uno schieramento o una lista di candidati non può ricevere contributi finanziari da qualcuno non avente diritto di voto alle elezioni.
     
    I seggi della Knesset sono assegnati in proporzione alla percentuale di voto ottenuta da ciascun partito sul totale nazionale dei voti. Ogni lista di candidati che riceva almeno il 2% dei voti validi partecipa all’assegnazione dei seggi. I voti in eccedenza di un partito, ma non sufficienti ad ottenere un ulteriore seggio, sono ridistribuiti fra i vari partiti in base alla loro grandezza proporzionale risultante dalle elezioni, o in base ad accordi preelettorali fra partiti.
     
    Il numero e l’ordine dei membri che entrano a far parte della nuova Knesset per ciascun partito corrispondono alla lista dei candidati di quest’ultimo così come presentata alle elezioni. Non vi sono elezioni suppletive in Israele. Qualora un deputato della Knesset dovesse dimettersi o venire a mancare nel corso della legislatura, la persona che occupa il posto successivo sulla lista di quel partito ne prende automaticamente il posto.

     

     
     
    Giorno delle elezioni
     
    Il giorno delle elezioni è festivo, in modo da consentire a tutti i potenziali votanti di partecipare. Per gli elettori che quel giorno dovessero trovarsi fuori dalla loro sezione elettorale, il trasporto è gratuito.
     
    I militari in servizio votano presso seggi elettorali istituiti nelle loro basi. Sono adottate disposizioni speciali per far votare i detenuti, e anche i degenti delle strutture ospedaliere. Le persone con disabilità possono votare in sezioni elettorali speciali dotate di accessibilità.
     
    La legge israeliana non prevede il voto per corrispondenza e, in generale, il voto può avvenire soltanto in suolo israeliano. Le uniche eccezioni sono i cittadini israeliani che servono presso le ambasciate e i consolati d’Israele all’estero o su navi israeliane.
     
    Gli elettori possono essere identificati mediante uno dei seguenti documenti d’identità:
     
    • Carta d’Identità ufficiale con fototessera
    • Passaporto israeliano valido con fototessera
    • Patente di guida valida con fototessera
    • Carta d’Identità di Membro della Knesset

     

     

    Formazione del governo
      
    Il governo (Consiglio dei Ministri) esercita il potere esecutivo dello Stato, incaricato di amministrare gli affari interni ed esteri, incluse le questioni di sicurezza. Come la Knesset, il governo è in carica solitamente per quattro anni, ma la sua durata può essere abbreviate qualora il primo ministro non sia in grado di proseguire a ricoprire la propria carica per decesso, incapacità permanente, dimissioni o impeachment, allorché il governo nomina uno dei suoi componenti (che sia membro della Knesset) primo ministro ad interim.
     
    Quando si deve formare un nuovo governo, il Presidente dello Stato, dopo le consultazioni con I rappresentanti dei partiti eletti alla Knesset, conferisce l’incarico di formare il governo a un membro della Knesset. Questo membro della Knesset è solitamente il leader del partito con la più ampia rappresentanza in parlamento o il leader del partito che guida una coalizione di più di 60 membri.
     
    Poiché il governo ha bisogno della fiducia della Knesset per operare, esso deve essere sostenuto da una maggioranza di almeno 61 dei 120 membri della Knesset. A oggi, nessun partito ha mai ottenuto seggi a sufficienza da poter formare autonomamente un governo; pertanto tutti i governi israeliani si sono basati su coalizioni di vari partiti, con quelli rimasti fuori dal governo all’opposizione.
     
    Il membro della Knesset designato ha 28 giorni di tempo per formare un governo. Il Presidente può estendere il termine fino a un massimo di altri 14 giorni.
     
    Se trascorso questo periodo (fino a 42 giorni) il membro della Knesset incaricato non è riuscito a formare un governo, il Presidente può conferire l’incarico a un altro membro della Knesset, il quale avrà 28 giorni di tempo per portare a termine l’incarico.
     
    Se ancora una volta non è ancora stato format un governo, una maggioranza assoluta di membri della Knesset (61) ha diritto d’opzione di rivolgersi per iscritto al Presidente, chiedendogli di conferire l’incarico ad un determinate membro della Knesset. Tale evenienza, tuttavia, non si è mai verificata.
     
    Quando il nuovo governo è formato, il primo ministro incaricato lo presenta alla Knesset entro 45 giorni dalla pubblicazione dei risultati elettorali sulla gazzetta ufficiale. In quell’occasione egli ne annuncia la composizione, le linee guida fondamentali della sua politica e la ripartizione delle funzioni fra i suoi ministri. Quindi il primo ministro chiede la fiducia della Knesset. Il governo si insedia quando la Knesset ha votato la fiducia nei suoi confronti con una maggioranza di almeno 61 membri della Knesset, quindi anche i ministri entrano in carica.