Vecchio e nuovo antisemitismo

Vecchio e nuovo antisemitismo

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    Nello spirito della Dichiarazione di Stoccolma che afferma: “Con l’umanità ancora segnata dall’antisemitismo e dalla xenophobia, la comunità internazionale condivide la grave responsabilità di combattere questi mali”, nel 2015 il comitato sull’Antisemitismo e la Negazione della Shoah ha convocato una sessione plenaria dell’IHRA a Budapest, per adottare la seguente definizione di antisemitismo.

     

    Il 26 Maggio 2016 la sessione plenaria a Bucharest decide di:

    Adottare la seguente definizione non legalmente vincolante: “L’antisemitismo è una determinata percezione degli ebrei, che può essere espressa sotto forma d’odio verso gli ebrei. Manifestazioni retoriche e fisiche di antisemitismo sono dirette a singoli individui ebrei o non ebrei e/o alle loro proprietà, oppure verso le istituzioni e le strutture religiose della comunità ebraica.”

     

    I seguenti esempi a titolo illustrativo sono stati riportati a complemento del lavoro dell'’IHRA:

    Manifestazioni di antisemitismo possono includere come obiettivo lo Stato d’Israele, percepito come collettività ebraica. Nondimeno, un atteggiamento critico verso Israele simile a quelli rivolti a qualsiasi altro paese non può essere definito antisemitismo. Spesso l’antisemitismo accusa gli ebrei di cospirazioni per danneggiare l’umanità, ed è frequentemente usato per incolpare gli ebrei del “perché le cose vanno male”. Esso si esprime sotto forma discorsiva, scritta, visiva e comportamentale, e si serve di stereotipi sinistri e di tratti caratteriali negativi. Considerando tutto il contesto,  esempi contemporanei di antisemitismo nella vita pubblica, nei media, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nella sfera religiosa potrebbero includere (ma non si limitano soltanto a ciò):


    - Evocare, concorrere o giustificare l’uccisione o  il nocumento di ebrei nel nome di un'ideologia radicali o di una visione estremista di religione.

    - Muovere accuse mendaci, stereotipate e tese a deumanizzare e demonizzare gli ebrei in quanto tali, o sul potere degli ebrei come collettività; come, ad esempio, (in particolare, ma non soltanto) il mito del complotto ebraico mondiale o gli ebrei che controllano i media, l’economia, il governo e altre istituzioni della società.

    - Accusare gli ebrei in toto, in quanto popolo, di essere responsabili di malefatti, reali o immaginari, commessi da un singolo ebreo o da un gruppo di ebrei, o persino di azioni commesse da non ebrei.

    - Negare il fatto, lo scopo, le modalità (es. camere a gas) o l’internazionalità del genocidio del popolo ebraico per mano della Germania nazionalsocialista e dei suoi sostenitori e complici, durante la Seconda Guerra Mondiale (la Shoah).

    - Applicare doppi standard, richiedendo (da popolo ebraico) un comportamento non richiesto o preteso da qualsiasi altra nazione democratica.

    - Usare simboli ed immagini associate al classico antisemitismo (es. ebrei che uccidono Gesù o l’accusa del sangue) per caratterizzare Israele o gli israeliani.

    - Tracciare paragoni fra la politica israeliana contemporanea e quella dei Nazisti.

    - Ritenere gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni dello Stato d’Israele.


    Gli atti di antisemitismo sono criminali quando sono definiti tali per legge (per esempio, la negazione dell’Olocausto o la distribuzione di materiale antisemitico in alcuni paesi).

    Atti criminali sono antisemiti quando gli obiettivi degli attacchi, sia che essi siano persone o proprietà (come edifici, scuole, luoghi di culto e cimitieri), sono scelti perchè sono o sono ritenuti ebraici, o legati agli ebrei.

    La discriminazione antisemita corrisponde a negare agli ebrei opportunità o servizi disponibili per altri individui, ed è illegale in molti paesi.