GERUSALEMME - Sempre in primo piano, lo Stato di Israele è al centro del
dibattito politico internazionale e nazionale per il susseguirsi degli
sviluppi politici provenienti dalla regione. Israele continua a seguire con
grande attenzione e apprensione gli sviluppi internazionali e mediorientali.
L’instabilità dell’area non ha modificato il livello di fiducia delle Agenzie
di rating internazionali e dei mercati. Anche l’Italia guarda con attenzione lo
sviluppo e le start-up di questo Paese. Nell’ambito della politica estera,
oggetto di particolare attenzione per Israele restano: la costante minaccia
iraniana percepita con preoccupazione sia nel contesto dell’accordo
sul nucleare, sia
nel quadrante siriano dove la presenza iraniana è aumentata considerevolmente,
e po il posizionamento degli attori esterni nel Paese. Recentemente, a Gerusalemme,
Netanyahu ha dato il benvenuto al vice premier italiano Matteo Salvini,
definendolo “grande amico di Israele”. A
Netanyahu, Salvini ha garantito un cambiamento “dell’atteg- giamento
dell’Italia a tutela di Israele in sedi internazionali, in particolare le
Nazioni Unite e l’Unione europea, finora troppo sbilanciate contro lo Stato ebraico”.
Nel tentativo di comprendere l’attualità israeliana e i rapporti economici e
politici con l’Italia, intervistiamo il vice ambasciatore dello Stato di
Israele in Italia Ofra Farhi.
Quali sono le
sostanziali novità dall’inizio del nuovo anno in Israele?
In primis la
ringrazio per questa intervista. Il nuovo anno in Israele, comincia con molte
speranze e aspettative. Nel 2018, come riportato dai media, Israele ha avuto un
boom di turisti, superando gli oltre 4 milioni di visitatori (150 mila
dall’Italia). Si tratta di un incremento del 13%, rispetto all’anno precedente.
Tra le altre cose, il Ministro del Turismo ha annunciato anche un aumento dei
fondi destinati ad attirare nuovi turisti da diversi Paesi del mondo, menzionando
direttamente anche l’Italia. Segno della particolare rilevanza che Israele dà
all’Italia, non soltanto per i rapporti
istituzionali ed economici, ma anche delle affinità che il popolo
israeliano sente con quello italiano. Nel 2019, ospiteremo l’Eurovision in
Israele, dopo la vittoria lo scorso anno della splendida canzone di Netta
Barzilai. Dopo il Giro d’Italia lo scorso anno, sicuramente l’Eurovision permetterà
ad Israele di essere ancora al centro del panorama culturale internazionale.
Quest’anno poi, nel mese di aprile, si terranno le nuove elezioni politiche nel
Paese. Anche in questa tornata elettorale correranno diversi partiti, alcuni di
questi del tutto nuovi. Un chiaro segno della vitalità della democrazia
israeliana e del dibattito politico nazionale. Ritengo sia un segnale positivo
per tutti.
Il viaggio di
Salvini in Israele ha posto molti interrogativi tra i cittadini italiani. Può
aiutarci a comprendere come gli israeliani guardano a tale incontro, e cosa
Israele si aspetta dall’amicizia con l’Italia?
Il viaggio del
Ministro Salvini in Israele è stato molto importante. Salvini ha preso delle
posizioni chiare su questioni fondamentali per la sicurezza, come la
definizione di Hezbollah quale ‘organizzazione terroristica’. Una ovvietà per
molti, ma importante in una Europa che - incomprensibilmente - pretende di
distinguere tra un’ala politica di Hezbollah (legittimata) e una militare
(considerata terrorista). Si tratta di una distinzione priva di senso e ritengo
che non serva neanche chiarire il perché. Il 26 gennaio, è arrivato in Israele
il Ministro degli Esteri Moavero. Appena atterrato ha espresso chiare parole di
amicizia, sottolineato l’importanza delle relazioni tra Roma e Gerusalemme e
condannato, senza ambiguità alcuna, le minacce iraniane allo Stato ebraico. Auspichiamo
che altri rappresentanti del governo seguiranno, in primis il premier Conte e
il vicepremier Di Maio. Le visite di rappresentanti italiani in Israele, tra
l’altro, fanno seguito a quelle di diversi rappresentanti istituzionali
israeliani di massimo livello, tra cui il presidente Rivlin e lo Speaker della
Knesset - seconda carica dello Stato - Yuli Edelstein. Durante tutti gli
incontri avuti in Italia, le parti hanno concordato di intensificare le già
ottime relazioni bilaterali. Ovviamente
vogliamo anche organizzare una visita dei parlamentari dell’associazione di
‘Amicizia Italia - Israele’, presieduta in questa legislatura dal Senatore
Malan, in Israele. Nella nuova ‘associazione di amicizia’, lo diciamo con
soddisfazione, abbiamo rappresentanti di tutti gli schieramenti politici.
Riteniamo che vedere con i propri occhi Israele sia la maniera migliore per
comprendere veramente la realtà dei fatti, sia per quanto riguarda il conflitto
che per conoscere la vitalità del Paese e della sua popolazione.
Le interferenze
iraniane in Siria vengono denunciate costantemente dalle agenzie di sicurezza
dello stato di Israele. Cosa sta accadendo in Siria?
In Siria è in
corso da anni un tragico conflitto che, prima di essere un terreno di contesa
geopolitica, è una enorme tragedia umanitaria. Come lei sa, Israele non è parte
di questo conflitto ma, nonostante lo stato di guerra ‘ufficiale’ che esiste
tra Israele e Siria, l’esercito israeliano – seguendo i suoi valori morali - ha
operato per curare migliaia di feriti siriani. Ovviamente, si tratta di operazioni fatte nella massima
riservatezza, nel rispetto della sicurezza degli stessi siriani curati negli
ospedali siraeliani. Per arrivare alla
sua domanda, la risposta è sotto gli occhi di tutti: il regime iraniano ha usato la crisi siriana per espandere il
suo potere regionale. Teheran ha sfruttato le proteste, per riempire la Siria
di milizie sciite finanziate e addestrate dai Pasdaran. Una colonizzazione non solo
militare, ma anche demografica, visto che in Siria i foreign fighters iraniani
stanno occupando interi quartieri un tempo abitati da sunniti. L’obiettivo è
quello di creare un asse sciita che unisca Teheran-Baghdad-Damasco, con il fine
ultimo di egemonizzare Beirut e avere un accesso diretto al Mediterraneo. Così
facendo, l’Iran potrà garantire ad Hezbollah - il suo proxy per eccellenza - un
sostegno costante di armi e soldi. Le faccio solo presente che, proprio in
queste settimane, l’esercito israeliano ha scoperto sei tunnel scavati da
Hezbollah al confine con tra Libano e Israele, in piena violazione della
risoluzione 1701 delle Nazioni Unite (come riconosciuto dal Comandante italiano
di Unifil). In questo contesto, al regime iraniano Israele serve come giustificazione:
occupare il Sud della Siria, trasferire armi al confine israeliano, sono tutte
azioni che hanno lo scopo di intensificare lo scontro con Israele, per poter
giustificare ideologicamente una occupazione militare che, altrimenti,
diventerebbe problematica. In primis per gli iraniani stessi che, ormai da mesi, stanno protestando
in piazza per la disoccupazione e il caro vita, al grido di “No Gaza, No
Beirut, la mia vita solo per l’Iran”. Tutto questo, è una sfida per l’Europa
stessa: non solo i nuovi conflitti in quella regione non farebbero che
aumentare l’instabilità e, potenzialmente, il numero di profughi che potrebbe voler
raggiungere l’Europa. Poi proprio Hezbollah e l’Iran, sono direttamente
coinvolti nel narcotraffico internazionale. Ci tengo anche a evidenziare un
punto: Israele non ha rigettato l’accordo nucleare con l’Iran per una
pregiudiziale ideologica. Israele lo ha rigettato perché era un accordo
temporaneo e lacunoso: prevedeva una scadenza temporale e non comprendeva il
ridimensionamento del pericoloso programma missilistico iraniano, che minaccia
parte dell’Europa stessa. Togliere le sanzioni all’Iran è stato il regalo più
grande che si potesse fare alla Repubblica Islamica. Il frutto avvelenato di
questo regalo è oggi sotto gli occhi di tutti.
Grazie alla
diversificazione energetica nel Mediterraneo, Israele e il Sud Italia
potrebbero avvicinarsi. Il progetto EastMed prevede un gasdotto che collegherà
direttamente le risorse di gas dell’Est Mediterraneo con la rete Europea del
gas naturale. Il gasdotto è progettato per trasportare 10 miliardi di metri
cubi all’anno dalle riserve di gas scoperte nel bacino Levantino, fino alle
rete nazionale greca e successivamente raggiungere il Sud Italia. Possiamo
approfondire tale potenzialità per Israele e per il Meridione Italiano?
Le risorse
energetiche scoperte nel Mediterraneo in questi anni, stanno davvero
ridisegnando la geopolitica regionale. Israele, grazie al gas, è potuto
diventare autosufficiente e importanti accordi sono stati firmati sia con
l’Egitto, che con la Giordania. Nel summit tenutosi recentemente al Cairo, con
la partecipazione anche di un rappresentante del governo italiano, Israele,
Egitto, Cipro, Grecia, Italia, Giordania e Autorità Nazionale Palestinese,
hanno deciso di creare un forum regionale, per aumentare la cooperazione nel
settore energetico. Grazie al gas, quindi, è nata anche una vera e propria
alleanza strategica tra Israele, Grecia e Cipro, che è stata estesa al settore
militare. Si tratta di passi molto importanti. Il progetto del gasdotto Eastmed
va, per l’appunto, nell’ottica non solo di rafforzare il dialogo regionale, ma
anche di permettere all’Europa di diversificare i propri approvvigionamenti
energetici, come previsto nella stessa “Strategia per la Sicurezza Energetica” della
Commissione Europea. Sono profondamente convinta che l’intesificazione di questa
cooperazione sia un vantaggio per tutti gli attori dell’area Mediterranea,
Italia compresa.
Israele e la
Regione Campania. Può descriverci quali
progetti, relazioni e visite
istituzionali sono in programma in questo nuovo anno tra la Regione Campania e
lo stato di Israele?
Le relazioni tra
Israele e la Regione Campania sono varie e riguardano diversi e importanti
settori. A livello accedemico, ci sono relazioni forti con l’Università
Federico II e la Apple Accademy. Sotto il profilo culturale, a Napoli è andato
in scena lo spettacolo teatrale della
scrittrice Savyon Liebrecht, il concerto del trio jazz Rotem Sivan, mentre
l’artista Lee Yanor ha vinto nel 2017 il premio ‘Coreografo Elettronico’ al
Museo Madre di Napoli. La rinomata compagnia israeliana dei Vertigo si esibirà
a luglio al Teatro Grande di Pompei. Per quanto concerne la cooperazione
economica, una delegazione della autorità portuale israeliana visiterà la Campania
e la Puglia, con l’obiettivo di intensificare i rapporti nel settore delle
infrastrutture porturali. La visita israeliana
viene dopo quella da noi. La delegazione israeliana incontrerà il
presidente delle autorità portuali del Tirreno e dell’Adriatico, visitando i
principali porti in Campania e Puglia. Senza contare che, proprio in questi
ultimi mesi, abbiamo assistito ad un boom di turisti israeliani a Napoli,
attirati anche dalla traduzione in ebraico
del romanzo di Elena Ferrante, ‘L’Amica Geniale’. Personalmente io sono
una grande fan della Ferrante, di cui ho letto tutti i libri tradotti in
ebraico. Da quando il libro è stato diffuso sul mercato israeliano, ha avuto
davvero un boom di vendite incredibili.
di Domenico
Letizia
Analista geopolitico,
presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale e
collaboratore dall’estero di “Radio Atene”
Intervista pubblicata su "Cronache di Napoli" il 2 febbraio 2019 (pag. 3)