Lo scorso 11 Dicembre, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu è
stato ricevuto alla sede del Consiglio Europeo dall’Alto Rappresentante
dell'Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Federica
Mogherini. In tale occasione, il Primo Ministro ha dichiarato quanto
segue:
“La ringrazio per
l’invito, Federica, e un grazie anche al Governo della Lituania. È un piacere essere qui. Europa e Israele sono partner importanti in tre
settori fondamentali: quello della sicurezza, quello della prosperità e in quello
della pace. Riguardo alla sicurezza, l’intelligence israeliana ha impedito decine
di attacchi terroristici, molti dei quali su suolo europeo, e credo che, grazie
a tale cooperazione, siano state salvate innumerevoli vite.
Continueremo ad agire in questo modo in quanto parte della
nostra battaglia comune contro il terrorismo. Al contempo, ritengo che il
problema più grande per l’Europa sia il flusso di persone che fuggono dalle
aree del Medio Oriente devastate dalla guerra; territori minacciati sia da militanti islamici sunniti,
come gli uomini dell’ISIS, sia da militanti islamici sciiti, guidati dall’Iran.
Israele è la potenza più forte nel Medio Oriente nel contrastare la diffusione
dei militanti islamici, il che non solo aiuta a prevenire gli attacchi
dell’ISIS in Europa, ma impedisce anche il collasso di molte aree del Medio
Oriente adiacenti a Israele nelle quali, altrimenti, subentrerebbero i suddetti
militanti, costringendo molti altri milioni di persone a cercare rifugio in
Europa. Chiaramente, sebbene tutto ciò sia mirato alla protezione del nostro
Paese, tale politica conferisce a Israele un ruolo importante per la sicurezza
dell’Europa; e anche se questo ruolo non viene sempre compreso dall’Unione
Europea, alcuni dei suoi principali governi stanno cominciando ad apprezzarlo.
Il secondo punto è la prosperità. Noi stiamo vivendo una
grande rivoluzione a livello globale. Il futuro appartiene a coloro che fanno
innovazione. Dieci anni fa, tra le dieci compagnie leader mondiali, c’erano
cinque compagnie energetiche e una appartenente al settore IT. Nel giro di
pochi anni, i numeri si sono totalmente rovesciati, con cinque compagnie IT
nella top ten e una sola compagnia energetica, passata dalla prima posizione
alla quinta in classifica. La rivoluzione è nei big data, intelligenza
artificiale, connettività, la rete. Le nuove industrie nascono dal nulla.
Israele oggi ha un’industria automobilistica e non l’aveva mai avuta prima. L’Europa
ha moltissime case automobilistiche. La nostra ha ricevuto decine di miliardi
di dollari in investimenti, compresi quindici miliardi pochi mesi fa, quando
Intel ha acquistato una compagnia israeliana di autovetture autonome. Prima non
avevamo tutto ciò. Oggi abbiamo 500 startup inerenti solo ai veicoli autonomi,
Waze e crowdsourcing molto importanti che stanno cambiando il volto dei mezzi
di trasporto; e questo è solo un esempio.
La Sanità Digitale è un altro esempio di settore in sviluppo
in Israele; agricoltura tecnologicamente avanzata, IT, cyber (Israele ha
ricevuto il 20% degli investimenti privati mondiali nella cybersecurity).
Possiamo vivere senza la sicurezza cibernetica? Potete proteggere i vostri
account bancari, il sistema di rete elettrica, la vostra aviazione civile, le
vostre future automobili? Voi avete bisogno della cybersecurity, e Israele
rappresenta il partner ideale su scala mondiale. Quindi, la partnership tra Israele
e Europa è vitale; e dal mio punto di vista, non è importante solo per noi, ma
anche per l’Europa. Molti Paesi nel mondo hanno compreso che Israele è il
partner per l’innovazione e che l’innovazione è il futuro.
Inoltre, abbiamo anche trovato dei giacimenti di gas
naturale e abbiamo siglato un memorandum d'intesa con Cipro, Grecia e Italia,
di cui forse avete sentito parlare. Al momento stiamo studiando l’istallazione
di un gasdotto che parta dalle nostre coste e termini in Italia. Credo che
anche tale collegamento sia importante per l’economia dell’Europa. Innovazione,
energia e qualsiasi altra fonte di cooperazione, ci rendono partner naturali.
Il terzo punto è la
pace. Israele ha teso la mano verso i nostri vicini palestinesi per cento anni,
ben prima che ci fosse uno Stato d’Israele e ben oltre la sua fondazione. E per
cinquanta anni, prima ancora che ci fosse un singolo insediamento o una singola
questione territoriale, siamo stati costantemente sotto attacco.
Siamo stati attaccati non per questo o quel pezzo di terra,
ma per l’idea che potesse sorgere, su un qualsiasi territorio, uno Stato
ebraico, una Stato nazionale per il popolo ebraico; qualsiasi confine di tale
Stato ha ricevuto il rifiuto dei nostri vicini. Questo è ciò che ha condotto al
conflitto e che continua ad alimentarlo. Lo potete constatare nel rifiuto
costante dei palestinesi di riconoscere il diritto d’Israele all’esistenza come
Stato ebraico, e nella negazione della nostra storia.
Da tremila anni Gerusalemme è la capitale del popolo
ebraico, fin dai tempi in cui venne fondata da Re David, atto ben documentato
nella storia della Bibbia; e negli anni a venire, quando gli ebrei sussurravano
nei ghetti europei “L’anno prossimo a Gerusalemme, l’anno prossimo a
Gerusalemme”. Non abbiamo mai perso questo legame. Tuttavia, tale vincolo
storico viene negato nei forum dell’ONU, nella sede dell’UNESCO, con una comica
decisione che tenta di stravolgere la storia e negare la verità storica.
Gerusalemme è già capitale di Israele dagli ultimi 70 anni. Credo che il
Presidente Trump abbia semplicemente messo sul tavolo i fatti. La pace si basa
sulla realtà e sul riconoscimento di
quest’ultima. Penso che il fatto che Gerusalmme sia la capitale di
Israele è chiaro ed evidente a tutti quelli di voi che hanno visitato il nostro
Paese, che hanno visto dove risiede la Knesset, il nostro Parlamento, il
Palazzo del Presidente, la Corte Suprema. Gerusalmme è la capitale d’Israele.
Nessuno può negarlo. Ciò non impedisce la pace, anzi, la rende possibile,
perchè riconoscere la realtà rappresenta l’essenza e la base della pace
stessa.
Oggi l’amministrazione Americana sta cercando di portare
avanti una nuova proposta di pace. Io credo che dovremmo dare un’opportunità
alla pace. Penso che dovremmo valutare la proposta che sarà presentata e
considerare la possibilità di far
avanzare la pace. Ma se dobbiamo intraprendere questa strada, bisogna tener
conto del fatto che il punto di partenza è uno solo: riconoscere lo Stato
ebraico. È tempo che i palestinesi riconoscano lo Stato ebraico e il fatto che
abbia una capitale; il suo nome è Gerusalemme. Credo che, nonostante non sia
stato ancora raggiunto un accordo, un giorno riusciremo a conseguirne uno.
Credo che molti, se non la maggior parte dei Paesi europei, trasferiranno le
loro ambasciate a Gerusalemme, riconosceranno Gerusalemme come capitale
d’Israele e si impegneranno ancor di più con noi per rafforzare la sicurezza, la prospeità e la pace.
Quindi, in conclusione, vi ringrazio per l’opportunità di
poter presentare i miei punti di vista, che sono sicuro impegneranno i Ministri
degli Esteri in una dura discussione. È un’opportunità estremamente importante,
poichè l’Europa è importante; è per questo che sono qui oggi”.