Riportiamo di seguito un estratto del discorso che il Primo Ministro Netanyahu ha tenuto ieri alla Adelson School of Entrepreneurship all’IDC Herzliya:
“Oggi, il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ha approvato una risoluzione che ha deluso i palestinesi e diversi paesi arabi. Una risoluzione che sarebbe dovuta passare all'unanimità, per consenso, poiché il Segretario Generale dell'UNESCO aveva affermato che qualora essa non fosse passata all'unanimità, la decisione non sarebbe stata attuata. A tal proposito, vorrei ringraziare la Tanzania e la Croazia per aver preteso una regolare votazione. Ho parlato con i capi di Stato di entrambi questi paesi e ho apprezzato moltissimo la loro presa di posizione in merito. Dato che è stata messa ai voti, la risoluzione non sarà implementata, poiché non è passata all'unanimità.
Undici dei ventuno
paesi membri del Comitato per il Patrimonio Mondiale non hanno appoggiato la
messa ai voti. Per Israele, tale avvenimento rappresenta un risultato
significativo in quanto un anno fa, quando gli Stati membri erano per la
maggior parte amici del nostro Paese, il risultato non era stato altrettanto
positivo. Paesi come la Germania, Giappone, India e Colombia sono usciti dal
Comitato, mentre molti altri stati, a voi ben noti, sono entrati a farne parte:
Libano, diversi Stati arabi, Angola, Zimbabwe ecc., e, seppur con un Comitato
composto da membri non così favorevoli, abbiamo ottenuto un risultato migliore.
Ciò rafforza quel che ho sempre affermato: le relazioni bilaterali di Israele,
alla fine, si rifletteranno anche nei forum internazionali, anche se ci vorrà
del tempo. Ci vuole tempo e un po’ di aiuto dall’alto. Tempo addietro dissi che
ci sarebbero voluti dieci anni (nella mia mente anche meno), per spezzare la
maggioranza automatica nelle istituzioni dell’ONU, specialmente quella
derivante dal grande gruppo dei Paesi Africani (54 Paesi). La maggioranza
decisiva passerà dall’opporsi a Israele a sostenere Israele. Questo cambiamento
sta avvenendo e il voto di oggi ne è espressione. Colgo l’occasione per
ringraziare il personale del Ministero degli Esteri, Il Consiglio di Sicurezza
Nazionale e la nostra Ambasciata presso l’UNESCO, che mi hanno assistito nei
colloqui con i vari leader.
Certo, stiamo
cercando di cambiare questa situazione, tuttavia, sebbene la risoluzione non
sarà attuata, il solo fatto che essa sia stata proposta all’UNESCO rimane un
fatto assurdo. È assurdo cercare di affermare che sia Israele, tra tutti i
paesi del Medio Oriente, a violare i diritti delle diverse religioni, che sia
Israele a non salvaguardare e tutelare i luoghi sacri. È possibile concepire
qualcosa di più assurdo? Noi non tuteliamo? Noi siamo gli unici a salvaguardare
e tutelare tali siti con attenzione e in maniera scrupolosa. Chi potrebbe farlo
se non noi? Siamo tutti al corrente dell’attuale situazione in Medio Oriente:
l’Islam radicale fa esplodere moschee, chiese, luoghi d’interesse storico,
massacra gli yazidi, i musulmani che non la pensano come loro, e ancora i
cristiani e chiunque altro possa essere ucciso. Chi merita una condanna?
Sicuramente non Israele. Israele merita invece ogni possibile elogio in merito,
in quanto faro di progresso, tolleranza e rispetto dei diritti.
È l’UNESCO che
merita una condanna, non solo per l'attuale cecità, ma anche per quella
passata. La decisione scandalosa presa due settimane fa, che non riflette alcun
legame tra il popolo ebraico e il Monte del Tempio o la stessa Gerusalemme, è
smentita dalla Bibbia e dall’intera testimonianza storica. Lo sapevate che
l'imperatore romano Tito era un propagandista del Sionismo? Sull’Arco di Tito è
rappresentato l’esercito romano che, 2000 anni fa, dopo aver distrutto il
Tempio di Gerusalemme (non una moschea, l’Islam non era ancora stato fondato;
ci sarebbero voluti ancora alcuni secoli), porta in trionfo la Menorah, il
candelabro a sette braccia. Tutti voi ne siete a conoscenza, e anche gli Stati
membri dell’UNESCO lo sono.
Questa distorsione,
che offende l'intera nozione di verità storica e di storia in generale, è stata
comunque ulteriormente confutata da un altro rinvenimento storico, reso
pubblico oggi dall'Autorità Archeologica Israeliana. Si tratta di un documento,
una ricevuta di spedizione, inviata oltre 2700 anni fa dalla città di Na'arat
(cfr. Giosuè 16:7), nei pressi di Gerusalemme, scritta nell'alfabeto ebraico
antico, (traslitterata) dice quanto segue: '[me-a]màt. ha-mèlekh. me-Na'aràtah.
nevelìm. yiàin. Yerushalìma' ‘Dalla serva del re, da Na'arat, orci di vino, a
Gerusalemme’. Questa è una lettera dal passato indirizzata all’UNESCO. C’è
scritto Yerushalima. Viene spiegato, in ebraico, il nostro legame a Gerusalemme
e la centralità di questa città per tutto il popolo ebraico. Un servo del re,
sicuramente un re di Giuda. La lettera risale ad oltre 2700 anni fa e proviene
da Gerusalemme. Non è scritta in arabo, aramaico, greco o latino; è scritta in
ebraico.
Le assurdità del
teatro dell’assurdo continuano, anche se con un impatto minore. Perciò, ho
deciso di richiamare in patria il nostro Ambasciatore all’UNESCO, per decidere
cosa fare e pianificare i nostri prossimi passi nei confronti di questa
organizzazione. Tuttavia è necessario comprendere a pieno che, alla fine, ci
vorrà del tempo prima che queste assurdità, che fanno torto non solo alla verità storica e
contemporanea, ma anche alla stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, finiscano".