Una folta presenza di scrittrici israeliane ha caratterizzato gli eventi per la Giornata della Memoria di quest’anno in Italia.
La scrittrice Lizzie Doron, figlia di sopravvissuti, non ha conosciuto direttamente l’orrore dei campi di sterminio, ma è cresciuta nell’eco di una tragedia che i suoi romanzi ci restituiscono tutta intera, pur sullo sfondo della narrazione. Memoria e scrittura sono un binomio inscindibile della sua produzione letteraria, e sono stati anche il tema della sua partecipazione agli eventi in programma. In un giro di conferenze che l’ha portata e la porterà in diverse città, su iniziativa dell’Ambasciata di Israele Lizzie Doron affronta con i suoi interlocutori i delicati temi de
lla memoria, dell’identità, della scrittura sulla Shoah, del passaggio generazionale. Questo il calendario dei suoi impegni: il 26 gennaio a Roma (con l’associazione Prospettive Mediterranee) e Cosenza; il 27 a Rende (con l’Università della Calabria); il 28 a Forlì e Bologna (con l’Università di Bologna); il 29 a Teramo (con l’Università di Teramo); il 30 gennaio a Bari e il giorno successivo a Nardò e Santa Maria al Bagno (con l’Università di Bari e l’associazione Presìdi del Libro).
Nava Semel anche quest’anno, in occasione della giornata della memoria, ha portato la sua scrittura sulla Shoah in Italia, dove l’autrice israeliana ha ambientato il suo nuovo romanzo, “Testastorta”. Protagonista Tommaso, un bambino che vive a San Dalmazzo, in Piemonte, e attraverso i cui occhi la Semel ci racconta gli anni della guerra, della Resistenza e del salvataggio degli ebrei perseguitati. L’autrice israeliana ha incontrato i lettori a Milano presso il Memoriale della Shoah giovedì 23 gennaio, e gli studenti del Liceo Casiraghi di Cinisello Balsamo (24 gennaio) e del Liceo Botta di Ivrea (27 gennaio). Domenica 26 gennaio, s’è tenuto l’incontro con la città di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), in collaborazione con la Municipalità e col Patrocinio della Regione Piemonte. Il tour di conferenze si è chiuso lunedì 27 gennaio, Giorno della Memoria, con un incontro a Piacenza, organizzato in collaborazione con la Provincia.
Judith Katzir, Savyon Liebrecht e Judith Rotem. Tre scrittrici di successo in Israele, arrivate in Italia per incontrare le scrittrici italiane nel convegno dal titolo "Le radici e le ali. Dialoghi sul passato e il futuro" che si è svolto alla Casa delle Letterature di Roma il 27 e 28 gennaio 2014, su iniziativa congiunta dell’Ambasciata d’Israele e della Casa delle Letterature. Al convegno hanno partecipato anche le scrittrici italiane Milena Agus, Lia Levi, Rosetta Loy e Chiara Valerio.
Le scrittrici sono:
Judith Katzir, nata a Haifa nel 1963. Famosa e amata in patria Katzir riesce a coniugare mercato e critica letteraria con grande successo. Ha pubblicato tre raccolte di racconti, due romanzi, tre libri per bambini e un’opera sulla scrittrice Devorah Baron, tutti bestseller con cui ha vinto premi prestigiosi. Occasionalmente insegna scrittura creativa e collabora con la casa Editrice Hakibbutz Hameuchad. Tradotta in 11 lingue, in italia Mondadori ha pubblicato nel 1992 la sua prima raccolta di racconti Le scarpe di Fellini e la casa editrice Atmosphere pubblicherà nel 2014 il romanzo Mia cara Anna.
Savyon Liebrechet, nata in Germania nel 1948 ma dall’infanzia vive a Tel Aviv. Le sue raccolte di racconti sono tutti best-sellers in patria e acclamati dalla critica internazionale. Tra il 1994 e il 2010 la casa editrice e/o ha pubblicato in italiano le sue opere narrative: dal racconto nella raccolta Rose di Israele a Prove d’amore, Mele dal deserto, Donne da un catalogo, Un buon posto per la notte, Le donne di mio padre, e l'opera teatrale La banalità dell’amore. Figlia di genitori sopravvissuti alla Shoah, Savyon Liebrecht è stata una delle prime autrici israeliane a dare una lingua letteraria ai tormenti della cosiddetta "seconda generazione".
Judith Rotem, nata in una famiglia ortodossa di Budapest, arriva in Israele nel 1945. Oltre al suo primo romanzo, Lo Strappo (un bestseller pubblicato anche in Italia da Feltrinelli nel 2000), nel quale raccontava la sua ribellione al mondo ultra-ortodosso, Judith Rotem ha scritto altri 8 romanzi di grande successo, tutti accomunati da una visione femminile della realtà religiosa ebraica.