“Solo due anni fa stavamo
avviando le nostre prime startup a Gerusalemme. Ci sentivamo soli e ci
domandavamo quando saremmo riusciti a risparmiare abbastanza denaro per
trasferirci a Tel Aviv. Due anni dopo, il panorama startup di Gerusalemme è in
piena espansione”. In questi termini si esprimeva l’imprenditore Roy Munin in
un suo post su Facebook nel maggio 2014.
Riproponiamo un articolo di quell'anno uscito su Israel21c, che presentava il nuovo panorama Startup della capitale d'Israele in pieno fermento e sviluppo, e che aiuta a comprendere meglio l'attuale ecosistema startup di Gerusalemme ormai affermatosi a livello regionale e internazionale.
“Questa città non è mai stata
così fiera sostenitrice della sua comunità di innovatori. Questo è l’inizio di
qualcosa di grande ed entusiasmante”.
Effettivamente, per via della sua
rapida evoluzione, è davvero difficile catturare un’istantanea della cultura
startup della capitale israeliana.
Secondo Made in Jerusalem
(MadeinJLM), un’organizzazione privata che
raccoglie sotto di sé imprenditori, provider di servizi startup e investitori
di Gerusalemme, nel 2013 il numero delle startup della capitale d’Israele
arrivava a 60 (un numero significativo, in confronto alle 10 startup dell’anno
precedente). Anche il numero degli acceleratori è cresciuto in maniera
considerevole, passando dal 2012 al 2013 da uno a sei acceleratori, da dieci a
ottanta eventi in ambito tecnologico, e da quattro Venture Capitalist a nove.
Munin è il Community Manager di
MadeinJLM, fondato nel 2012 dall’imprenditore Uriel Shuraki e dall’investment
associate di Jerusalem Venture Partners, Hanan Brand.
“Quando ho iniziato a JVP (circa
tre anni fa), per trovare startup sarei andato due o tre volte a settimana agli
eventi che si tenevano a Tel Aviv; allora mi sono chiesto perché non avevamo
queste cose a Gerusalemme”, dice Brand. “Ogni Startup qui pensava di essere
l’unica in città. Era tempo di unirsi”.
Gerusalemme è adesso sede di
oltre 300 startup nei settori di media, comunicazione, software, life science
ed energia, tra cui, fra i più recenti, spiccano uMoove, ZUtA Labs, AnyClip,
OrCam e BriefCam. Soltanto nell’ultimo anno sono stati conclusi affari per 110
milioni di Dollari, che hanno coinvolto 35 nuove startup con base a
Gerusalemme.
‘Entusiasmante, pazzesco,
bellissimo’
Nel marzo 2014 la Jerusalem Development Authority (JDA) ha lanciato
“JNext”, per promuovere e sostenere il settore Tech. In occasione del lancio,
Danna Hochstein Mann, dell’ equity crowdfunding VC “OurCrowd”, ha descritto
Gerusalemme come un polo di persone che fanno genere di cose creative,
interessanti e “out of the box”.
“Ciò che sta accadendo a Gerusalemme è entusiasmante, pazzesco e
bellissimo”, dice l’imprenditore seriale Nadav Lankin, uno dei fondatori di
DevOpsJLM, una comunità tech-oriented multidisciplinare di Gerusalemme.
Lankin, 34 anni, ha raccontato a ISRAEL21c di essersi ispirato ascoltando l’estate
scorsa, a un evento di MadeinJLM, l’imprenditore e founder di OurCrowd Jon
Medved.
“A un certo punto mi sono reso conto
che gestivo le mie startup a Tel Aviv, percorrendo 14.000 chilometri all’anno,
ma perché? Perché non portare una comunità Tech direttamente a Gerusalemme? È
stato da input per me, per aprire una mia propria comunità di gente molto tech,
patiti di tecnologia e computer, scienziati, business developer, consulenti…
chiunque è benvenuto a condividere informazioni sugli ultimi trend, esperienze pratiche,
metodi, strumenti – e a conoscere persone interessanti.
DevOpsJLM sponsorizza ScaleUp, che fornisce tech expertise a giovani
startup, e un gruppo che esplora il modo in cui IoT (Internet of Things) possa
spronare e potenziare startup e industria israeliane. A metà ottobre Lankin ha
in programma di ospitare la prima Lean Startup Machine di Gerusalemme: un
workshop di tre giorni su business e sviluppo, che attualmente si svolge già in
65 paesi del mondo.
Fermento a
Gerusalemme
Molte nuove
iniziative stanno creando fermento nella capitale israeliana.
Stanno aprendo vari workspace condivisi e networking hub, come, per
esempio: il Jerusalem Startup Hub-Center for Entrepreneurial Innovation, il
Jerusalem Hub, l’Open Hub alla Biblioteca Nazionale, Parnassa per il settore
ultra-ortodosso, Musrara Community Hub per design, arte e imprenditoria
software, e infine PICO, che è anche una galleria per artisti israeliani
emergenti.
Alla Hebrew University di
Gerusalemme, al Jerusalem College of Technology, all’Azrieli College of
Engineering e alla Bezalel Academy of Art and Design sono stati formati dei
business accelerators. Mentre la
Jerusalem Center Young Association e il MATI Jerusalem Business Development
Center hanno fondato a Gerusalemme il Forum per Giovani Imprenditori.
Hani Alami, un arabo-israeliano pioniere della telecomunicazione, ha
recentemente co-fondato la Jerusalem Entrepreneurs Society and Technology
(JEST), e spera di poter aprire presto il primo workspace-acceleratore-incubatore
di Gerusalemme Est.
Le notti brave di She Codes a Gerusalemme.
She Codes (“Non è più il C++ della mamma”), un gruppo che promuove
sviluppatrici di software tutto al femminile, si riunisce settimanalmente non
soltanto a Tel Aviv, Haifa e Beersheva, ma anche a Gerusalemme ogni lunedì
sera. She Codes è stato avviato da Ruth Polachek, che nel 2008 ha fondato
l’eClub (entrepreneurship club) alla Hebrew University, uno dei primi in città
nel suo genere.
Il Google Developers Group (GDG JLM) di 184 gamer si riunisce
settimanalmente da marzo all’Hansen Center for Design and Technology “per
creare e promuovere l’ecosistema di sviluppo e design in città”.
Altre novità e gruppi particolari emergenti in città includono l’Haredi
Hi-Tech Forum per uomini e donne ultra-ortodossi, il Moshava Startup Breakfast
Club nel quartiere della German Colony, e una sezione locale di ImaKadima (“Avanti
Mamma”) per giovani mamme israeliane in carriera.
New network culture
Il Business development consultant Joe Van Zwaren, che nel 2007 contribuì a
creare il Jerusalem Business Networking Forum (JBNF), guarda con grande
soddisfazione ai gruppi di networking e business che si stanno formando nella
capitale.
“Gerusalemme è una città dove la gente non aveva la cultura del networking,
e adesso invece tutto a un tratto stanno accadendo molte cose”, dice Van Zwaren
a ISRAEL21c. “Nel 2007 la gente doveva spostarsi da un gruppo all’altro per
concludere affari, trovare lavori e investimenti, perché ciascun gruppo era
specializzato in un differente target di popolazione”.
JNext è un segnale che la municipalità di Gerusalemme ha finalmente
“riconosciuto questo incredibile meccanismo per generare business”, dice Van
Zwaren. “Il JDA ha un team giovane e dinamico che spinge risorse in questa
direzione”.
Grazie a JNext, dice Van Swaren, studenti universitari di Gerusalemme
portati per il business “hanno scoperto all’improvviso che esistono dei forum
per creare contatti con persone che normalmente loro non conoscerebbero,
soprattutto nell’area delle biotecnologie. La JDA sta anche avviando un
programma di internship per introdurre neo PhDs e post-Doc nell’industria
biomedica di Gerusalemme”.
Il 14 agosto JBNF ha tenuto la sua conferenza inaugurale “Doing Business in
Jerusalem”, durante la quale sono stati conferiti dei premi alle seguenti startup
con base a Gerusalemme: Brainsway, Glide, Revelator, Freightos e Abe’s Market.
Sebbene ritenga che si debba fare ancora molto, Van Zwaren è più che mai
ottimista riguardo allo scenario startup di Gerusalemme, che per lungo tempo
secondo lui è stato marginalizzato dal più alto profilo di Tel Aviv.
“Adesso vedo invece che esistono infrastrutture per aiutare persone con
zero fondi a lanciarsi. È una cultura completamente nuova, che è stata creata
dal nulla”.