Nella Bibbia si descrive la Terra Santa come il Paese dove scorrono
latte e miele, e non c’è dubbio che sia vero, tranne per quanto riguarda l’acqua:
Israele confina con il deserto e il 60% del suo territorio è arido, condizioni
con cui gli abitanti di Israele e i suoi leader si sono confrontati ancora
prima della fondazione dello Stato nel 1948. Ad oggi, circa 70 anni dopo la sua
nascita, Israele è tra i Paesi più avanzati al mondo nella gestione delle
politiche idriche: quali sfide e dove trovare nuove fonti d’acqua?
La domanda annuale di approvvigionamento idrico in Israele corrisponde a
circa 2,2 miliardi di metri cubi, mentre le risorse naturali forniscono solo 1,2
miliardi di metri cubi d’acqua. In questo contesto di permanente carenza, solo una
scrupolosa gestione dell’economia idrica può far evitare il tracollo,
attraverso tre elementi principali: efficienza e risparmio; riciclo; desalinizzazione.
Le reti di distribuzione idrica in Israele sono
costantemente monitorate per impedire perdite e garantire la qualità dell’acqua
potabile. Altro importante strumento è l’educazione e la sensibilizzazione al
risparmio per prevenire gli sprechi: tutti i bambini in Israele sono cresciuti
sapendo che “è un peccato sprecare anche una sola goccia” (in ebraico “haval al
kol tipa”). Anche le norme edilizie impongono l’uso di strumenti per l’efficienza
del consumo idrico domestico. Infine, il costo dell’acqua in Israele è tra i
più alti al mondo (per qualsiasi tipo di uso), contribuendo alla
razionalizzazione di questa preziosa risorsa.
Nel mondo, il settore agricolo è il principale consumatore di acqua
potabile, con conseguenti potenzialità per lo sviluppo di politiche e
tecnologie che facciano fronte alle necessità idriche. Proprio a causa della
mancanza di risorse idriche, l’agricoltura israeliana è all’avanguardia
nell’applicazione di tecnologie per l’efficienza idrica. Negli anni sono state
sviluppate soluzioni il cui obiettivo è l’efficienza e la diminuzione dei
consumi, come per esempio l’irrigazione goccia a goccia, ideata negli anni ’60.
Da allora, centinaia di aziende hanno elaborato tecnologie agricole che hanno
comportato non solo un aumento di volume per unità idrica, ma anche una
diminuzione considerevole dei terreni agricoli, così come il calo nell’uso di
fertilizzanti e pesticidi richiesti dalla sempre crescente domanda di prodotti
alimentari di qualità. Al contempo, Israele ricicla circa il 90% delle acque
reflue da consumo domestico e industriale (un livello che non ha pari al
mondo), la maggior parte del quale è destinato a uso agricolo.
L’elemento che completa la gestione dell’economia idrica in Israele è la
desalinizzazione dell’acqua marina. In Israele sono attivi cinque impianti di
desalinizzazione tra i più grandi al mondo, che producono circa 650 milioni di
metri cubi di acqua potabile all’anno. Altri impianti sono in via di
costruzione.
La rete idrica in Israele è comparabile ad una spina di pesce: si
estende a tutto il territorio nazionale, portando acqua da diverse fonti – dal
nord di Israele (area relativamente ricca di fonti idriche, compreso il Lago di
Tiberiade), da fonti acquifere costiere e montane, e anche dai cinque impianti
distribuiti sul litorale israeliano. Inoltre esiste una rete idrica parallela che
distribuisce l’acqua riciclata con un’ampia elasticità operativa: in questo
modo si è diminuita la richiesta di acqua potabile negli anni, fino alla
situazione di oggi, in cui circa metà del consumo idrico in Israele è
costituito da acqua desalinizzata o riciclata.
Nei prossimi anni si prevedono cambiamenti climatici globali che comporteranno
l’intensificazione delle piogge e l’acuirsi dei fenomeni di siccità. Le
principali vittime, benché non le uniche, saranno le popolazioni dei Paesi meno
sviluppati. La cooperazione globale nei settori agricolo e idrico è quindi
fondamentale per far fronte a queste sfide. Le aziende israeliane lavorano già
da decenni nei Paesi sviluppati e meno sviluppati mentre il Mashav, l’Agenzia
Israeliana per lo Sviluppo e la Cooperazione Internazionale e altre ONG elaborano
e sviluppano attività nel settore degli aiuti allo sviluppo.
Se non ci si aspettano miracoli nei prossimi anni a venire, si deve
continuare a lavorare sodo: cooperazione globale e tecnologie innovative sono
gli strumenti per affrontare le sfide del futuro. Israele continuerà a
elaborare sempre più nuove e originali soluzioni alle diverse condizioni anche
estreme per contribuire al benessere del mondo.
S.E. Ofer Sachs,
Ambasciatore d'Israele in Italia
Fonte: Formiche