Care amiche e cari
amici,La Shoah non è
semplicemente un altro avvenimento nel regolare scorrimento della storia. È
l’irruzione di un’altra dimensione nella storia umana.
Ci sono stati
fenomeni di genocidio nel corso della storia, ma un fenomeno come l’Olocausto
non è mai esistito prima.
Si è trattato di un
piano sistematico da parte di uno stato avanzato, che ha dedicato tutte le sue
risorse militari, economiche e culturali a una diabolica macchinazione, per
sterminare gli ebrei del mondo. Questo, mentre l’ebraismo europeo non
minacciava i tedeschi.
Chiunque visiti ciò
che resta dei campi di sterminio allestiti dai nazisti, non è più la stessa
persona dopo la visita.
Ad Auschwitz fu
deportata nel 1944 anche la bisnonna materna dei miei figli, che sono ormai la
quarta generazione da quelle atrocità. Capite quindi che c’è un filo terribile,
che collega Auschwitz direttamente con i miei discendenti.
L’Olocausto non è
piombato su di noi del tutto a sorpresa. È stato il culmine di migliaia di anni
di persecuzione del popolo ebraico, su base religiosa, razziale e nazionale.
Dall’ultima
distruzione di Gerusalemme e di Israele nel primo secolo d.C., gli ebrei hanno
vagato per il mondo senza una patria, alla mercé degli altri.
Ci siamo fermati là,
dove ci permettevano di stare.
Ma, era sempre
temporaneo. La deportazione era il caso meno grave. In molti casi gli ebrei
erano regolarmente soggetti a sommosse e spargimenti di sangue, umiliazioni,
omicidi e al furto di tutte le loro proprietà.
La base concettuale
di questo comportamento, sta nel termine “antisemitismo”. Dall’alba della
nostra esistenza, altre nazioni ci hanno contrassegnati come “altri”, come
coloro che non appartengono alla famiglia delle nazioni.
Questa “alterità” ha
portato alla “normalizzazione” del colpire gli ebrei, e all’estremo storico di
quel colpire continuamente gli ebrei, c’è la Shoah.
Ma bisogna sapere
anche questo: l’Olocausto non finì nel 1945. Ha avuto un epilogo riparatore:
l’istituzione dello Stato di Israele.
In questo paese
abbiamo radunato profughi ebrei da tutto il mondo, profughi dell’Olocausto
dall’Europa e profughi ebrei dai paesi arabi o musulmani – tra loro anche i
miei genitori fuggiti dall’Iran, che oggi minaccia Israele con le stesse parole
che abbiamo sentito solo ottant’anni fa nella Germania nazista.
Quei profughi hanno
trasformato una regione desolata, per lo più desertica, in un paradiso.
Mettiamo le nostre idee, sviluppi scientifici, tecnologia e altro, a
disposizione e a beneficio di tutta l’umanità.
Tuttavia, anche dopo
il campanello d’allarme della Shoah, abbiamo scoperto che l’antisemitismo e
l’odio per gli ebrei non sono scomparsi. Non sto parlando solo del vecchio, “ordinario”
antisemitismo. Abbiamo imparato a riconoscerlo, e i paesi occidentali – Italia
compresa – lo stanno combattendo in modo ammirevole.
Sto parlando del
nuovo antisemitismo, cioè dell’odio per il sionismo e per lo Stato di
Israele. Gli odiatori di Israele hanno
imparato a mascherare il loro odio per il popolo eterno, in odio per il suo
unico paese.
Il sionismo è
l’espressione politica del sogno millenario di tornare a casa a Sion. Chiunque
si opponga al sionismo o allo stato degli ebrei, si oppone alla piena e sicura
esistenza degli ebrei nella loro patria. Anche questa è una lezione che deve
essere appresa dall'Olocausto.
Lo studio della Shoah
e il ricordo di quanto accaduto qui, in suolo europeo di recente, sono una
polizza assicurativa dell’umanità per un futuro migliore.
Il profeta Isaia,
uomo dell’Ottavo secolo a.C. a Gerusalemme, ha descritto nella sua profezia le
tenebre che coprirono il mondo in quella terribile guerra, e anche le
successive consolazione e redenzione che ho descritto sopra:
«Sorgi, risplendi,
perché viene la tua luce…
Poiché, ecco, mentre
le tenebre ricoprono la terra,
densa nube avvolge le
nazioni;
ma sopra di te
rifulgerà il Signore […]
Alza gli occhi e
guarda intorno: […]
Tutti si sono
raccolti,
e vengono a te
I tuoi figli vengono
da lontano […]
E i figli dei tuoi
oppressori
verranno a te, a capo
chino
[…]
Mentre prima eri
abbandonata e odiata,
e nessuno passava per
il tuo territorio,
io farò di te
l’orgoglio dei secoli,
la gioia di tutte le
generazioni»
Amen.