Si è svolta ieri presso il
teatro “Ponchielli” dell’Istituto Comprensivo “A. Volta” di Latina, la
cerimonia di conferimento della medaglia di Giusti tra le Nazioni a Giuseppe
Ippoliti e Teresa Zani.
I due giusti, durante la
seconda guerra mondiale, salvarono due sorelle ebree, Edith e Trude Fischhof
dalla deportazione nazifascista, accogliendole in casa propria, a Chiesuola di
Pontevico, e fingendo che fossero le nipoti. Edith Fischof (che oggi ha 98
anni) è giunta da Israele per l'occasione ed ha ripercorso quei drammatici
giorni che hanno segnato la sua vita e quella della sorella Trude.
Alla cerimonia hanno preso
parte l’Ambasciatore Dror Eydar, il Prefetto di Latina Maurizio Falco e il
Comandante Provinciale dei Carabinieri di Latina, Lorenzo D’Aloia.
Durante la cerimonia, Sua
Eccellenza ha affermato: "Nella storia dell’umanità, l'Olocausto è stata
la prova suprema. In tempo di guerra non c’è legge né giudice. Molti colsero
l’occasione per liberarsi degli ebrei. Non furono solo i nazisti ad
assassinarci, ma anche altri popoli li aiutarono.
Ma vi furono anche altri.
Migliaia di brave persone tra le nazioni del mondo, che decisero di salvare la
vita degli ebrei. Ci hanno aiutati a mantenere viva la fiducia nella bontà
umana. Anche i coniugi Giuseppe e Teresina Ippoliti hanno mostrato questa
levatura morale. Hanno messo a disposizione la propria casa per nascondere la
famiglia Fischhoff. Giuseppe e Teresina accolsero Edith e Trude a braccia
aperte, e si presero cura delle loro necessità.
I coniugi Ippoliti non lo
fecero per ricevere un compenso o un riconoscimento. La loro più grande
ricompensa è stata vedere la figlie della famiglia Fischhoff vive, all’indomani
della catastrofe.
Purtroppo Giuseppe e Teresa
non hanno avuto la possibilità di vedere i frutti di quel loro salvataggio, la
discendenza di coloro che salvarono. Ma noi siamo qui per ricordarli per
sempre."
L'evento si è concluso con
la consegna dell’onorificenza, l’esecuzione degli Inni d’Italia e d’Israele ed
il concerto della Fanfara della Legione Allievi Carabinieri di Roma.
Photo credits: Stefano
Meloni