Cerimonia Giusti tra le Nazioni a Signa

Cerimonia Giusti tra le Nazioni a Signa

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    ​Alla vigilia di Yom Ha Shoah l'emozionante cerimonia di conferimento dell'onorificenza di "Giusti tra le Nazioni" alla memoria dei coniugi Fortunato Nannicini e Duilia Guglielmi che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si adoperarono personalmente e misero a repentaglio la propria vita per salvare dalla deportazione nazista i Cassuto, famiglia ebraica.

    La cerimonia, svoltasi questa mattina presso la Scuola Media Alessandro Paoli di Signa (FI), ha visto la partecipazione dell’Ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar, del Sindaco di Signa Giampiero Fossi, della Preside dell’Istituto comprensivo di Signa Francesca Bini, del Presidente della Comunità Ebraica di Firenze Enrico Fink e degli eredi della famiglia Nannicini, Mariagrazia e Giuseppe, che hanno ritirato la medaglia in memoria dei coniugi Fortunato e Duilia.

    La storia di quegli anni della famiglia Cassuto vide i suoi membri costretti a cambiare luogo in cui nascondersi dai nazisti e dai loro alleati più e più volte.

    Inizialmente, nel 1943, gli uomini e le donne della famiglia trovarono asilo in due luoghi diversi: Renato e il figlio Edoardo vennero accolti nell’ospedale di Firenze dalle suore Marcella ed Emilia Baroncelli, che li nascosero e curarono (Renato soffriva di diabete). Parallelamente, le donne Cassuto furono trasferite a Carmignano, dove trovarono ospitalità presso il fratello delle due suore Baroncelli (il nome è ignoto) e presso Carolina Cavicchi.

    In seguito, all’inizio del 1944, Fortunato Nannicini decise di andare in cerca del suo caro amico Renato Cassuto. Una volta trovato, Fortunato si offrì di nascondere l’intera famiglia ebrea presso la propria residenza a San Mauro di Signa. Qui la famiglia Cassuto rimase nascosta e al sicuro fino alla liberazione di Firenze nel 1944.

    Come ha sottolineato S.E. Alon Bar: “Come tutti i Giusti fra le Nazioni, Fortunato e Duilia Nannicini compresero che di fronte alla prepotenza, non si può rimanere in silenzio e girarsi dall’altra parte. Agendo, hanno dimostrato a tutti noi l’importanza di prendersi cura del prossimo e che ognuno di noi può fare la differenza. L’esempio dei Giusti, è una candela che illumina e guida il nostro cammino”.