La
Dichiarazione Balfour
1. Il popolo
ebraico è nativo della Terra di Israele e in quei luoghi ha mantenuto una
presenza continua per millenni. Gli ebrei hanno aspirato a ricostituire il loro
focolare nazionale sin dalla distruzione del Regno di Giudea nel 70 d.C. Il
raggiungimento di questo obiettivo è iniziato nel XIX secolo. Come
concettualizzato da Theodor Herzl nel suo libro "Lo stato ebraico"
nel 1896, il movimento politico per il ritorno alla patria ebraica ha iniziato
a creare le istituzioni nazionali al Congresso Sionista nel 1897.
2. La
Dichiarazione Balfour fu una delle prime misure adottate da un importante
attore della scena internazionale per riconoscere il diritto del popolo ebraico
a ristabilire la sovranità nella sua patria nazionale.
Rilasciata il
2 novembre 1917 dal Segretario degli Esteri britannico, Lord Arthur James
Balfour, la dichiarazione afferma:
"Il
governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina* di
un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare
il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto
che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della
Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei in qualsiasi altro
paese."
[ *È
importante sottolineare che il termine "Palestina" indicava all’epoca
l'area geografica, non un’entità politica, dal momento che non esisteva nessuna
entità del genere indipendente o sovrana.]
Il
riconoscimento da parte della Comunità Internazionale
3. La
Dichiarazione Balfour fu presto seguita dal riconoscimento internazionale del
diritto inalienabile del popolo ebraico a ristabilire la sovranità nella sua
terra d'origine ancestrale.
Ancor più
significativo, la Società delle Nazioni [il precursore delle Nazioni Unite]
riconobbe tale diritto con la decisione del 24 Maggio 1922 di istituire il
mandato in Palestina/Terra d'Israele. In questo atto legislativo
internazionale, la Società delle Nazioni nominò la Gran Bretagna responsabile
dell’implementazione della Dichiarazione Balfour, con l'obiettivo di
"costituire in Palestina un focolare nazionale per il popolo
ebraico." Il mandato giuridicamente vincolante della Società delle Nazioni
riconosce il "legame storico del popolo ebraico" con l'area
legittimamente conosciuta come Terra d'Israele/Giudea/Terra Santa.
Il mandato
della Società delle Nazioni del 1922 trasformò la Dichiarazione Balfour e il
suo appello per la creazione di un focolare nazionale per il popolo ebraico, da
una posizione politica a un obbligo giuridico (internazionale) accettato
dall’intera comunità internazionale.
Riconoscimento
nel documento vincolante:
4. Questo
riconoscimento è chiaramente indicato nel documento vincolante:
"Considerato
il riconoscimento del legame storico tra il popolo ebraico e la Palestina e dei
fondamenti per la ricostruzione del loro focolare nazionale in quel
paese." [Preambolo]
"Il Mandatario sarà responsabile di porre il paese nelle condizioni
politiche, amministrative ed economiche tali da garantire l'istituzione del
focolare nazionale ebraico, come stabilito nel preambolo, e per lo sviluppo di
istituzioni governative, oltre che per la salvaguardia dei diritti civili e
religiosi di tutti gli abitanti della Palestina, indipendentemente dalla razza
e dal credo religioso ". [articolo 2]
Legittimità
dei Diritti Ebraici
5.
L'importanza sia della Dichiarazione Balfour sia della decisione della Società
delle Nazioni risiede nel riconoscimento internazionale dei preesistenti
diritti naturali, storici e giuridici del popolo ebraico nei confronti della
propria patria, in cui la presenza ebraica era stata continua nel corso dei
secoli. Il riconoscimento ufficiale da parte della comunità internazionale dei
legami storici del popolo ebraico alla terra è ulteriormente sottolineato dal
linguaggio utilizzato nel mandato della Società delle Nazioni. Il mandato
Palestina / Terra d'Israele chiede di "ricostituire" il focolare
nazionale del popolo ebraico e non di "costituire" qualcosa di nuovo.
La comunità
internazionale e l'istituzione dello Stato di Israele
6. La Dichiarazione Balfour, la
decisione della Società delle Nazioni e il successivo Piano di Ripartizione
delle Nazioni Unite del 1947 riconoscono il diritto del popolo ebraico ad avere
uno Stato sovrano nella propria patria storica. Queste decisioni internazionali
hanno svolto un ruolo importante per la convergenza del sostegno alla creazione
del futuro Stato di Israele.
I tentativi
palestinesi di minare la Dichiarazione Balfour
Fin dal
1917, l’essenza del conflitto Israelo Palestinese coincide con il sistematico e
totale rifiuto, da parte della leadership palestinese, dei legittimi diritti
nazionali del popolo ebraico nella Terra d’Israele.
Gli attuali
tentativi palestinesi di minare la Dichiarazione Balfour fanno parte di una
campagna mirata a negare i diritti fondamentali del popolo ebraico e la
legittimità dello Stato d’Israele. Rifiutare la Dichiarazione Balfour equivale
a rifiutare i naturali ed universalmente riconosciuti diritti del popolo
ebraico riguardo alla propria patria nella Terra d’Israele.
Mentre
Israele ha più volte ribadito la propria adesione al principio di due Stati per
due popoli, questi tentativi dimostrano invece come i leader palestinesi siano
meno interessati a stabilire il proprio Stato accanto a Israele, piuttosto che
a crearlo al posto d’Israele. L’assurda minaccia da parte dell’Autorità
Palestinese, avanzata per la prima volta lo scorso Luglio, di citare in
giudizio il governo britannico in merito alla Dichiarazione Balfour, dimostra
largamente che i leader palestinesi rimangono bloccati su accuse infondate del
passato piuttosto che dirigersi verso un futuro migliore per entrambi i popoli.
Inoltre,
questo storico rifiuto dei diritti universalmente riconosciuti del popolo
ebraico da parte della leadership palestinese si riflette anche nei recenti
tentativi all’UNESCO di cancellare le radici ebraiche e cristiane di
Gerusalemme.
Rispetto
per tutti i diritti
Sia la
Dichiarazione Balfour sia la decisione della Società delle Nazioni includevano
specifiche disposizioni per garantire a tutti i cittadini d’Israele il rispetto
dei diritti civili e religiosi, indipendentemente dalla loro etnia o religione.
Lo stesso
Israele si è sempre battuto con dedizione per tutelare i diritti di tutti i
cittadini, ebrei ed arabi. Persino prima che Israele divenisse uno Stato nel
1948, il movimento nazionale ebraico vedeva nel rispetto dei diritti
fondamentali di tutti gli abitanti di quel territorio uno dei valori più
importanti. Non a caso, Israele ha custodito gelosamente tali diritti
inserendoli nella sua Dichiarazione d’Indipendenza:
“LO STATO
D’ISRAELE […] garantirà la completa uguaglianza dei diritti civili e politici
tra tutti i suoi cittadini, indipendentemente dal credo religioso, razza o
sesso di quest’ultimi; esso garantirà la libertà di culto, pensiero,
espressione, educazione e cultura; esso tutelerà i luoghi sacri di tutte le
religioni; e rimarrà fedele ai principi dello Statuto delle Nazioni Unite.”
La ricerca
della Pace
Nella
speranza di raggiungere il suo sogno di una convivenza pacifica, Israele - e il movimento ebraico che lo ha preceduto –
hanno costantemente dimostrato di essere disposti ad accettare dolorosi
compromessi con i loro vicini arabi.
Al
contrario, le politiche dei leader palestinesi sono rimaste invariate fin dal
1917.
Tragicamente,
tali prese di posizione non si sono limitate alla sfera politica. Nel 1947, il
Piano di Ripartizione delle Nazioni Unite – accettato dagli ebrei – venne
rifiutato dagli arabi, i quali decisero di rispondere a tale decisione con una
guerra di annessione invece di accettare il compromesso che avrebbe evitato
tutte le guerre che seguirono.
Le recenti
attività dell’Autorità Palestinese, compresa la campagna contro la
Dichiarazione Balfour, indicano che la leadership palestinese continua a
rivendicare diritti esclusivi sull’intero territorio, negando i legittimi
diritti storici degli ebrei verso la propria patria. Queste azioni generano
seri dubbi sulle intenzioni palestinesi.
Tali
azioni, unite alla sistematica distorsione della storia ebraica, sono
moralmente inaccettabili ed oggettivamente infondate. Esse sono avverse al
desiderio di pace della comunità internazionale e israeliana. È trascorso molto
tempo da quando la comunità internazionale ha avanzato la richiesta ai
palestinesi di cessare ogni attività mirata ad alimentare il conflitto contro
Israele e rispondere ai ripetuti appelli d’Israele per sedersi al tavolo dei
negoziati per raggiungere una pace reale e duratura.